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A Palazzo Assessorile le opere di Bartolomeo Bezzi

ven 22 set 2023 10:09 • Dalla redazione

Cles omaggia il suo cittadino illustre nel centenario della morte

CLES. Si inaugura sabato 23 settembre alle 18 nella splendida cornice di Palazzo Assessorile, la mostra "Bartolomeo Bezzi. La vita attraverso le opere". La mostra, curata da Marcello Nebl e Warin Dusatti, racconta la storia e l’arte del grande Bartolomeo Bezzi, pittore maestro della luce e della descrizione intima del paesaggio, a cento anni dalla morte avvenuta a Cles l’8 ottobre 1923. A Palazzo Assessorile oltre cinquanta tele provenienti da collezioni pubbliche e private descrivono l’evoluzione del percorso artistico di un maestro della pittura italiana, dalle prime opere del periodo milanese vicino alla Scapigliatura fino agli ultimi lavori intimisti influenzati dal simbolismo tedesco e dalle novità secessioniste.

Le celebri vedute notturne di Venezia e gli abbaglianti tramonti veronesi si alternano ai paesaggi con gli scorci di Cles e delle montagne trentine per ricordare lo stretto legame dell’artista con la terra natia. Nonostante una vita in gran parte trascorsa tra Milano, Verona, Venezia e Roma, l’esposizione clesiana documenta infatti questa intima connessione al territorio d’origine grazie alle opere ed a una serie di approfondimenti biografici.

L’allestimento è inoltre caratterizzato da alcuni focus che raccontano episodi degni di nota della vita dell’artista, i successi ed i premi artistici, il ruolo centrale nell’ideazione e nell’organizzazione della Biennale di Venezia, i sodalizi con altri grandi artisti di rilevanza internazionale.

L’importanza storica e artistica della figura di Bartolomeo Bezzi va oltre i confini regionali e nazionali. Per questo motivo la mostra clesiana si inserisce in un ampio progetto di valorizzazione che coinvolge diversi enti in un comitato per le celebrazioni del centenario formato da Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Castello del Buonconsiglio - monumenti e collezioni provinciali (sede di Castel Caldes), Comune di Cles, Comune di Ossana e Centro Studi per la Val di Sole.

La mostra è visitabile dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Lunedì chiuso.

Bartolomeo Bezzi

Bartolomeo Bezzi nasce a Fucine d'Ossana in Val di Sole il 6 febbraio 1851. Figlio di Luigia Taraboi e Domenico, morto prematuramente di colera nel 1855. Nel 1871, grazie all’aiuto del cugino garibaldino Ergisto Bezzi (1835-1920) e del suo tutore, il prozio don Ambrogio Bezzi, prete a Pellizzano, si trasferisce a Milano e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida di Giuseppe Bertini. Per alcuni anni è ospite nella casa di Ergisto, ma poi si trasferisce in via Ciovasso, non lontano da Brera, dove apre il suo primo studio.

Con Paesaggio e Impressione esordisce, nel 1876, all'annuale mostra braidense, ma è nel 1878 che riceve un riconoscimento con l'opera Valle di Rabbi. Nel 1882, con l’opera Pescarenico, vince il suo primo importante premio a Milano, ovvero il premio Fumagalli.

Bezzi alterna la propria residenza a Milano con frequenti viaggi in Trentino, in particolare nelle Valli di Non e di Sole, zone alle quali è affettivamente legato.

Tra 1880 e 1890 vive tra Verona (dove apre un atelier nel 1882), Milano e Venezia, città nella quale si trasferisce nella primavera del 1890, risiedendo poi in zona Fondamenta delle Zattere, il quartiere abitato da artisti, poeti e scrittori. Nel periodo veronese dipinge diverse opere legate al paesaggio, alcune delle quali vengono esposte all'Esposizione di Belle Arti Roma.

All'Esposizione Nazionale Italiana organizzata dalla Società Promotrice di Belle Arti a Torino nel 1884, presenta Venezia, Campagna romana, Autunno, Ricordo di Roma, Tempo grigio a Venezia, Sera ed a Milano, a Brera, espone Bambocci, Sito alpestre e Acqua morta.

Poco tempo dopo diventa socio onorario dell'Accademia di Brera.

Nel 1886 partecipa alla mostra inaugurale della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano con A Chioggia, Mulini a Verona, Paesaggio, Betulle e con il bozzetto Pescarenico.

Nel 1887 espone sei opere alla Mostra Nazionale di Venezia: Riva di Trento, Studio, Mestizia, Sulle rive dell'Adige, Paesaggio e Bosco ceduo. A Venezia conosce Guglielmo Ciardi, Luigi Nono, Silvio Rota, Alessandro Milesi e Mario de Maria. In questo periodo viene influenzato dalla pittura di Giacomo Favretto e Pietro Fragiacomo.

Nel 1891, pur dimorando a Venezia, Bezzi lavora ad un proprio progetto editoriale dal titolo "Il Trentino illustrato", per far conoscere, in particolare nel Regno d'Italia, le bellezze naturalistiche e architettoniche della sua patria. Bezzi desidera pubblicare un "Album di lusso e di grande formato contenente 60 od anche 100 fogli, riproduzioni o facsimili di disegni o quadri a chiaro-scuro'", da eseguirsi sul posto. Per mancanza di risorse economiche, quell'iniziativa - che avrebbe contribuito all'illustrazione del Trentino, sulla scia delle campagne fotografiche intraprese verso il 1870 da Giovanni Battista Unterveger (1833-1912) - non fu purtroppo mai realizzata. Rimangono alcune vedute eseguite per quell'album mancato, due delle quali - Cles e Castello di Ossana - sono esposte in mostra.

Fa parte del comitato ordinatore della Biennale, fondata di concerto con gli amici Antonio Fradeletto, critico d’arte e Riccardo Selvatico, sindaco della città lagunare dal 1890 al 1895.

Bartolomeo Bezzi partecipa a tutte le edizioni della biennale veneziana dal 1895 al 1914. Nel 1893, 1898 e 1903 espone alla Secessione di Monaco e nel 1900 è presente e viene premiato all'Esposizione Universale di Parigi. Viene accolto come socio nelle accademie di Milano, Bologna, Venezia, Ferrara, Verona e Monaco di Baviera.

Dal 1910 al 1912 vive a Roma, per preparare alcune opere per la Esposizione universale del 1911, trasferendosi poi nuovamente a Verona nell’estate del 1913.

Nel 1914, una malattia nervosa lo costringe ad abbandonare l'attività pittorica e recarsi a Cles, in Val di Non, nella casa della moglie Isabella Dal Lago.

Dopo lunga malattia muore a Cles, il giorno 8 ottobre 1923.



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