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Orso, anche gli apicoltori solandri e il Comitato Insieme per Andrea Papi in audizione

gio 08 feb 2024 12:02 • Dalla redazione

Sono iniziate oggi le audizioni nella Terza commissione sul disegno di legge 11 di modifica della legge provinciale 9 del 2018

TRENTO. Sono iniziate oggi le audizioni nella Terza commissione di Vanessa Masè sul disegno di legge numero 11 dell’assessore Failoni di modifica della legge provinciale 9 del 2018.

Il testo di iniziativa giuntale abroga il comma 1 bis dell’articolo 1 e fissa un contingente di orsi sopprimibili annualmente perché pericolosi o problematici. I lavori della mattinata sono iniziati con l’audizione dei rappresentanti dei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’apicoltura e della pastorizia e del turismo. La parola è passata poi al Comitato insieme per Andrea Papi.

Per gli apicoltori è intervenuto Francesco Moratti, presidente degli apicoltori della val di Sole, Peio e Rabbi, che ha detto che in valle se ne sono viste di tutti i colori. Ha ricordato l’evoluzione dal primo avvistamento dell’orso alla creazione dei recinti nei boschi: ora i recinti devono essere fatti nelle pertinenze di casa perché l’orso gira sotto casa. Recinti e prevenzione sono cavolate, ha detto. L’orso sta uccidendo la montagna e la sua vita e le persone, non è l’orso Yoghi. Bisogna per Moratti intervenire immediatamente: 8 orsi all’anno sono pochi, ma l’importante è iniziare. L’attuale gestione dell’orso è una cosa folle, non è sostenibile. Cosa si aspetta? Un’altra vittima? ha chiesto e ha chiuso il proprio intervento ricordando Andrea Papi e il luogo della sepoltura, sempre pieno di lumini.

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Per il Comitato Insieme per Andrea Papi, il presidente Pierantonio Cristoforetti ha letto una relazione e affermato che il Comitato ha accolto con grande sollievo quello che è accaduto in questi giorni perché si è agito per mettere un po’ di sicurezza e tranquillità per le persone, soprattutto in Val di Sole e nelle valli attorno al gruppo del Brenta, maggiormente interessate dalla presenza dell’orso. C’è stato un prima Andrea Papi e un dopo, ha proseguito: ci sono paura e preoccupazione nella popolazione trentina, gli avvistamenti sono sempre più frequenti e molteplici. L’ultimo fatto dei ragazzi, ha aggiunto, ha visto un incontro a poche centinaia di metri dall’abitato di Menas, vicino a dove i ragazzi prendono l’autobus la mattina. Per Cristoforetti è inconcepibile che oggi le popolazioni siano lasciate con un grado di insicurezza tale. Approvazione incondizionata dunque del ddl e sollecito alle istituzioni a prendere altri provvedimenti paralleli. Parlare di comunicazione è importante, ha proseguito il presidente del Comitato, ma è urgente implementare la forestale, la raccolta di informazioni. Per dare attuazione alla legge servono 8 orsi riconosciuti come problematici: serve dunque un monitoraggio che richiede personale qualificato.

Achille Leonardi, membro del Comitato Insieme per Andrea Papi, ha detto che il verbo ordinare ha più valore del “poter disporre”. Ha parlato del contingente di 8 orsi previsto dal ddl: Ispra ha fatto una valutazione di mantenimento della specie, è riduttivo agganciare la legge ai numeri. Sta passando l’idea che si abbatteranno 8 orsi all’anno, ma non è così. Ci si augura non ci siano orsi confidenti da dover abbattere, ma potrebbero presentarsi 4 maschi o femmine adulti dai comportamenti pericolosi, come si agisce se il numero è in maggiore rispetto a quelli previsti dalla legge? Leonardi ha ricordato la necessità di censire la popolazione ursina. Ha parlato di un problema di salute legati agli incroci di consanguineità che porta a una debolezza strutturale della specie. Chi ama gli orsi in Trentino dovrebbe voler riportare a 40 il numero degli orsi e re-importare due esemplari maschi dalla Slovenia. Cristoforetti ha rilevato la mancanza di dati e analisi precise: la gente ha il diritto di avere informazioni più corrette e circostanziate. Va per il presidente approfondito anche l’aspetto giuridico, nessuno ha mai puntualizzato se era legittimo inserire un orso senza un’autorizzazione precisa dei legittimi proprietari del territorio (il riferimento è agli usi civici). Poi ha citato la fattispecie del turbato possesso. Il Trentino, ha concluso, deve essere unito nell’affrontare il problema.

Leonardi ha puntato il dito contro una gestione omertosa delle strutture: non si sa dove è stato abbattuto M90 e anche le indicazioni sul luogo del prelievo di Jj4 non erano corrette. Non si risolvono i problemi nascondendo la polvere sotto il tappeto, ha concluso.



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