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Alberghi dismessi ora diventano foresterie

mer 10 apr 2024 10:04 • Dalla redazione

Nella discussione generale sul ddl firmato da Gottardi le minoranze minoranze evidenziano la necessità di un ragionamento complessivo sul tema casa

TRENTO. Il disegno di legge 19 in materia di residenzialità lavorativa è ora legge. È stato approvato dal Consiglio provinciale con 33 voti favorevoli e un’astensione (del consigliere Degasperi di Onda). L’accordo è stato raggiunto nel pomeriggio di ieri, 9 aprile 2024, con la presentazione di tre emendamenti (due all’articolo 1 e uno all’articolo 4) sottoscritti da consiglieri di maggioranza e minoranza, approvati. 

Il disegno di legge di 5 articoli, che era stato inserito come articolo nella legge di variazione di bilancio approvata a inizio marzo, era stato stralciato, su pressione delle minoranze, per permettere una serie di approfondimenti sul testo per evitare il rischio di speculazioni.

“Il disegno di legge - ha detto l’assessore Mattia Gottardi presentando la sua proposta - è stato largamente migliorato perché si sono chiariti alcuni aspetti interpretativi e si è data la possibilità di una collaborazione tra privati e comuni che comunque mantengono la regia urbanistica. L’articolo uno per le foresterie agricole è stato modificato e si prevedono garanzie finanziarie in caso di mancata demolizione oltre al termine fissato in 120 giorni”.

Animato il dibattito che ha preceduto l'approvazione. Michela Calzà (Pd) ha ricordato che “nella variazione di bilancio il tema venne affrontato in un solo articolo al quale si è opposto il Cal e ci sono voluti i 3600 emendamenti delle minoranze per arrivare allo stralcio e riaprire la discussione in commissione” evidenziando come il tema delle abitazioni “avrebbe bisogno di una legge articolata e organica che affronti la questione degli affitti brevi che sono una delle maggiori cause della scarsità di alloggi per i lavoratori”.

Graziadei maggio

Dello stesso avviso Lucia Coppola (Avs) che ha ribadito come “il tema della casa va affrontato in modo organico” e la necessita di “una definizione chiara di foresteria”.

Per Roberto Stanchina (Campobase) c’è il rischio di fare un “tacon pezo del bus”, in particolare per le foresterie agricole. “In generale questa non può essere una soluzione definitiva perché la domanda di lavoratori cresce a fronte di un’offerta in calo - ha affermato -. Il comparto agricolo ha da anni espresso la necessità di favorire l’afflusso di lavoratori, ma non ci si può accontentare di soluzioni precarie”.

Carlo Daldoss (FdI) ha affermato che spesso il cittadino viene “cinturato” dalle norme in base a una cultura del sospetto nei confronti della società civile. Sul tema del recupero degli alberghi, ha continuato Daldoss, il fatto che in una norma stabilisca che l’albergo deva essere sospeso da almeno un anno per diventare una foresteria può creare limiti agli albergatori. “E quindi non ha alcun senso – ha continuato -. Il ddl è circoscritto a un tema specifico, che ha poco a che fare col tema generale della casa.

Filippo Degasperi (Onda) ha detto che approfondendo l’argomento si capisce che siamo di fronte a un palliativo che non affronta il tema della residenzialità. Per il consigliere il vero problema è che “l’80% degli immobili sono vuoti, ma si continua a costruire. Quindi, va fatto un ragionamento su come mai ci siamo ridotti così”.

Roberto Paccher (Lega) ha affermato che l’obiettivo del ddl è invece quello di rendere più celeri le risposte burocratiche per favorire gli investimenti e per dare risposte snelle ai problemi, mentre per Paola Demagri (Casa Autonomia) il ddl deve avere l’obiettivo di distribuire su tutto il territorio alloggi dignitosi che non stridano con il paesaggio.

Claudio Cia (Misto) ha ricordato che ben difficilmente un albergatore chiude un albergo per farne alloggi turistici, ma perché la domanda turistica è calata. 



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