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SOS Architettura

Un palazzo storico rinato

lun 19 lug 2021 11:07 • By: Alberto Mosca

Per la Freihaus di Arsio decisivo l’impegno del Gruppo storico culturale Arzberg

Per palazzo Arsio Freihaus, la più “giovane” delle dimore della nobile famiglia anaune nel paese che ha dato loro il nome, la rinascita è iniziata grazie al Gruppo storico culturale Arzberg. Dopo averne utilizzato un locale adiacente per impiantarvi la sede, il gruppo ha avviato un programma di studio e valorizzazione, d’intesa con la proprietaria dell’immobile, la Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia. Così, dopo una conferenza sulla storia del palazzo e della famiglia Arsio nell’autunno del 2019, è stato un continuo crescendo, che il Covid19 ha solo in parte rallentato, anzi per certi aspetti ha perfino favorito. Lavori di recupero e di riallestimento hanno accompagnato la riapertura del palazzo alle visite, curate dal Gruppo storico culturale Arzberg.

L'antica dimora seicentesca appartenuta ai conti Arsio ha aperto così le proprie porte ai visitatori, ogni domenica e festivi con orario 10-12 e 13-17. Cinque piani della nobile dimora allietati dalla presenza di figuranti in costumi d'epoca e da interessanti esposizioni d’arte, permanenti e temporanee.

“Siamo felici del risultato raggiunto – spiega Mirko Ceccato, dallo scorso gennaio presidente di Arzberg – per il quale ringraziamo in primo luogo la Cassa Rurale Novella Alta Anaunia, proprietaria del palazzo, quindi i tanti che ci hanno messo a disposizione arredi, provenienti da palazzi e ville del Trentino”. L’occasione è buona per rievocare l’inizio di questa avventura di recupero, figlia del lockdown: “Abbiamo iniziato a maggio 2020: come gruppo non potevamo fare niente e allora abbiamo pensato, perché non aprire alcune sale del palazzo, come già sperimentato con successo nel novembre 2019? Da lì è stato un crescendo di entusiasmo, poi sono arrivati alcuni prestiti di arredi, quindi la possibilità di allestire mostre temporanee di artisti; insomma ora il palazzo è aperto e arredato dal piano terra alle soffitte. Il prossimo passo sarà valorizzare le cantine e, in collaborazione con la Sovrintendenza, ripristinare alcuni ambienti e arredi, intervenendo sulle facciate e i serramenti”.   

LA CASA FRANCA

Nel 1587 Carlo d'Arsio acquistò dal barone Fortunato Madruzzo il maso “Broili” ad Arsio, un’ampia area agricola costituita da un'abitazione, campi, prati e vigne. Nel 1627 il figlio Cristoforo Oliviero diede inizio alla costruzione del palazzo nobiliare, ricordato negli atti con il nome Arzberg, talvolta casa franca - Freihaus. Ultimato il palazzo vi abitò per poco, trasferendosi poi a Revò, in Palazzo Arsio. Subentrò suo figlio Corrado Orazio che visse qui per oltre 50 anni. Nel 1730 il palazzo venne ceduto al cugino Adamo d'Arsio, la cui linea familiare lo elesse come propria residenza fino ai primi decenni del XIX secolo. 

Nel 1932, Rina von Edle Dessouvic-Arz, vedova del conte Paul Arz von un zu Arsio-Vasegg, vendette il palazzo alla provincia patavina dei Padri Francescani Conventuali. Nel 2005 venne acquistato dalla Cassa rurale di Fondo.

 LA CAPPELLA DECORATA DA BONACINA

Uno degli ambienti più interessanti del palazzo è dato dalla cappella, decorata da Carlo Bonacina nel 1945, con l’episodio di Sant’Antonio e la mula, al tempo in cui era sfollato a causa della guerra. Nel 1675 Giovanni Emanuele d’Arsio ricevette in dono dal cardinale Gaspare Carpegna il cranio di San Celestino e reliquie di altri santi, provenienti dalle catacombe di San Callisto; esse vennero collocate, insieme a quelle di san Venturino ricevute nel 1681, nella cappella di san Celestino esistente nel palazzo di san Giovanni ad Arsio; nel 1824 poi vennero traslate dal conte Emanuele d’Arsio nella nuova cappella di San Celestino edificata nel palazzo Freihaus.

 



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