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Il Meteo

Fulmini, cosa sono e come difendersi

Un fenomeno che solo nelle ultime due settimane ha mietuto due vittime (un morto e un ferito) in Italia

Fulmini, cosa sono e come difendersi
  • mer 27 ago 2025 15:07

L’estate volge al termine e con essa anche il rischio di beccarsi dei temporali e della grandine. Statisticamente, infatti, a settembre aumenta la stabilità dell’aria grazie alle notti più lunghe con il contestuale raffreddamento del suolo. L’occasione è però buona per ragionare con calma su un fenomeno che solo nelle ultime due settimane ha mietuto due vittime (un morto e un ferito) in Italia: il fulmine.


In Trentino, sappiamo bene, i fulmini non mancano, nemmeno in autunno nel caso di perturbazioni intense. Come possiamo difenderci? È vero che i fulmini “non cadono a caso” ma prediligono alcuni punti rispetto ad altri? La risposta per entrambe le domande è sì, ed ora vediamo di imparare alcuni comportamenti salvavita dato che solo in Italia la media dei morti ogni anno da fulminazione è dell’ordine della decina, seppur per fortuna in calo.


Il fulmine, innanzitutto, si forma all’interno delle nubi temporalesche per la separazione delle cariche a seguito degli urti fra particelle ghiacciate (leggere, che finiscono in alto) e gocce grosse o chicchi di grandine (pesanti, che tendono a restare nella parte bassa della nuvola). In pochi minuti fra la parte bassa del cumulonembo e la parte alta possono svilupparsi delle differenze di potenziale dell’ordine dei milioni di Volt. L’aria è un ottimo isolante, ma quando è troppo è troppo: se la differenza di potenziale supera la rigidità dielettrica, scocca il fulmine.

La maggior parte delle scariche (i fulmini) è fra nube e terra, anche se una buona percentuale scocca in alto, fra nubi o dentro la nube (i cosiddetti “lampi”).

Nel caso dei fulmini, dalle cariche negative alla base della nube si diparte, a scatti di pochi millesimi per volta, una scarica guida verso il suolo, composta da elettroni. Al suolo, parimenti, vengono richiamate le cariche positive per chiudere il circuito.

E dove si chiuderà il circuito? Sui punti più vicini alla base della nube: sulle punte, ad esempio, sui campanili (che di fatto sono anche dei parafulmini per i centri storici), sulle antenne, sugli alberi isolati e più alti. E sulle cime delle montagne.

Tutti luoghi da cui allontanarsi in caso di temporale! La prima regola aurea è infatti sempre quella di abbassarsi di quota e di non essere mai il punto più alto degli immediati dintorni: se un temporale si aggira anche a qualche chilometro, dobbiamo abbandonare creste, cime e non dobbiamo farci trovare in piedi in spazi aperti o sotto alberi alti.


L’acqua, inoltre, è un ottimo conduttore: bisogna uscire dai corpi idrici se siamo in ammollo (vale sia al mare, sia al lago) e, se siamo in casa, non usare l’acqua (sono capitate fulminazioni a persone in doccia) perché i tubi metallici possono essere un ottimo conduttore specie se l’impianto è vecchio e senza messe a terra. Da evitare anche i giri d’aria (no a grotte o a vecchi forti con più di un accesso) perché possono diventare percorsi preferenziali per il fulmine, dato che nel flusso d’aria in movimento la resistenza offerta alle cariche è minore.


Analogo effetto lo si ha nelle colonne d’aria calda: camini accesi, greggi radunate sotto la pioggia e gruppi di persone all’aperto sono tutti casi accomunati dal potenziale sviluppo di una colonna di aria calda a minor resistenza che può essere penetrata da un fulmine. Ma quali sono allora i luoghi sicuri e i comportamenti attivi da tenere? L’abitacolo dell’automobile o la cabina di un trattore, se non tocco parti metalliche, fanno da “gabbia di Faraday” e sono spazi sicuri, un po’ come all’interno di un aereo. In casa o in rifugio, naturalmente, si è sicuri a patto di tenere le finestre chiuse.

Nel caso di ripari naturali devo avere l’accortezza di restare all’interno più possibile ma senza toccare le pareti, specie se umide.

post-img

E se non ho la possibilità di ripararmi? L’ideale è rannicchiarsi, abbassandosi e toccando il terreno solo con le scarpe, posizionandosi in un luogo depresso, lontano da oggetti elevati, dove non si risulti la cosa più alta dei dintorni.

Camminare o correre sotto il temporale è infatti estremamente pericoloso per il rischio della corrente di passo (vedi immagine).


Un’ultima curiosità sui cellulari e sugli oggetti metallici come collanine e braccialetti: non è affatto vero che essi “attirino” i fulmini, è però vero che si possono surriscaldare, ustionandoci, in caso di forti correnti per effetto Joule. L’ideale è quindi riporli nello zaino o nella giacca, evitando il contatto diretto con la pelle.

Chi volesse leggere un ulteriore approfondimento su come difendersi dai fulmini, può trovare questa mia intervista dell’anno scorso rilasciata al Collegio nazionale delle guide alpine: https://www.guidealpine.it/fulmini-gestire-rischio-escursioni-salite-alpinistiche.html.

Un cenno finale alla verifica delle previsioni per agosto, che il mese scorso avevamo ipotizzato, sulla base delle previsioni sperimentali, caldo e un pochino avaro di piogge. La previsione si è abbastanza avverata: un mese caldo (con una ondata di calore intensa a metà mese, con picco attorno al 11/12 agosto) e una piovosità che almeno fino al 27 è stata un po’ sottomedia (a Cles 51 mm contro una media climatica di 81 mm) anche se la perturbazione del 29-30 (sto scrivendo la sera del 27) probabilmente farà impennare molto i millimetri di pioggia del mese. 

Ci rivediamo a settembre per riparlare di previsioni e di clima!

 
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