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L’invincibile Marc Girardelli svela il legame col Trentino

dom 13 ott 2024 08:10 • Dalla redazione

Al Festival dello Sport il vincitore di ben 5 Coppe del Mondo si è raccontato con tanti aneddoti personali

TRENTO. Gli appassionati di sci hanno dovuto attendere un anno per trovarsi faccia a faccia con il fuoriclasse Marc Girardelli al Festival dello Sport, ma ne è valsa decisamente la pena. La sua presenza era in programma dodici mesi fa, saltata per un imprevisto dell’ultima ora, ma finalmente l’austriaco con passaporto lussemburghese è approdato a Trento facendo registrare il pienone in Sala Depero.

Un pubblico soprattutto di “boomer”, ma anche qualche giovane e giovanissimo che si sono potuti gustare la freschezza e il fascino di un campione invincibile, che ha raccontato la sua vita fatta di talento, determinazione e sacrificio. Marc è stato un atleta polivalente che ha vinto 5 Coppe del Mondo generali, grazie a 46 successi e 100 podi nel massimo circuito, uno dei pochi capace di aggiudicarsi almeno una gara in ognuna delle specialità previste dal regolamento. Nel suo palmares spiccano pure due medaglie d’argento alle Olimpiadi e ben 11 medaglie, delle quali 4 d’oro, ai Campionati Mondiali.

Ma anche 14 operazioni a seguito di gravi infortuni: “Ora potrei fare il chirurgo – ha esordito Marc – visto che conosco alla perfezione tutte le ossa e i muscoli del mio corpo”. Nel suo saluto iniziale Girardelli ha evidenziato il legame personale con il Trentino: “Mi trovo spesso con gli amici a Madonna di Campiglio, anche d’estate dove si possono praticare innumerevoli sport.

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Poi mio nonno è nato a Scurelle, in Valsugana, dove il mio cognome è molto diffuso. Poi c’è stato il Monte Bondone dove ho partecipato alla mia prima gara internazionale: il Trofeo Topolino chiudendo alle spalle del mio grande avversario Joel Gaspoz”.

Nella sua vita da agonista l’austriaco di avversari ne ha incontrati tanti e di almeno quattro generazioni, basti pensare che ha partecipato a sei edizioni dei campionati mondiali, salendo sempre sul podio. L’intervistatrice Cristina Fantoni l’ha incalzato per strappare un commento sui sui numerosi rivali: “Se non ci fosse stato Pirmin Zurbriggen – ha esordito Marc – la mia vista sarebbe stata migliore. È stato il più forte in assoluto, capace di vincere pure lui in tutte le discipline e con il quale abbiamo combattuto in 10 anni per la generale. La prima vittoria in Coppa è giunta battendo Ingemar Stenmark, poi c’è stato Alberto Tomba che in slalom e in gigante era imbattibile, un livello superiore a tutti. È un grande amico, con il quale ci vediamo almeno due volte l’anno. Soprattuto nel 1995 quando vinse la Coppa del Mondo aveva una marcia in più rispetto agli avversari”. Proprio Tomba ha mandato un apprezzato video saluto durante la serata, ricordandogli quando lo aveva battuto alle Olimpiadi di Albertville. E un altro saluto web è giunto anche dal discesista Michael Mair: “Se si fosse allenato maggiormente avrebbe vinto tanto – ha sentenziato Girardelli –, Much era un talento, ma gli piaceva troppo divertirsi fuori dalle piste”.

Un pensiero sul padre allenatore? “Lui è stato sempre il mio riferimento. Eravamo un team privato di poche persone, un vantaggio su tanti aspetti, uno svantaggio soprattutto per le discipline veloci dove era necessario avere più voci e più riferimenti. Forse anche per quello sono giunti i miei tanti infortuni in discesa e superG. Non nascondo che ogni tanto in allenamento spegnevo la radio per non ascoltarlo”.

Il più bel ricordo della carriera? “La stagione 1988/1989, quando venne introdotto il superG. Ero in una condizione straordinaria, girava tutto al meglio. Ho vinto la generale e in tutte e 5 le specialità, ma soprattutto le due discese di Kitzbühel e Wengen”.

Sullo sci attuale ha evidenziato che è curioso e felice del ritorno di Braathen con i colori del Brasile e di Hirscher con i Paesi Bassi. Una realtà che porterà giovamento al mondo dello sci e al mercato turistico invernale.

In chiusura è poi giunta una piacevole sorpresa con l’arrivo sul palco di Deborah Compagnoni, che ha ammesso il proprio debole sportivo per il fuoriclasse Marc Girardelli.

 



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