COMASINE. Oggi, 3 gennaio 2025, è passato un secolo da quella seduta drammatica della Camera in cui la dittatura fascista divenne davvero tale. Il 3 gennaio 1925 il Parlamento riaprì dopo le vacanze natalizie: fu allora che Mussolini scelse di non indugiare e, mentre il ministro degli interni Federzoni faceva sequestrare i giornali di opposizione, alla Camera si assunse la responsabilità del delitto di Giacomo Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924: “Dichiaro qui – fu il celebre e tragico passaggio - al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di quanto è avvenuto.
Se il fascismo è un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!”. Lo era e dovettero passare 18 anni prima della sua fine.
Sul delitto Matteotti è in uscita un volume, promosso dal Comune di Peio, dedicato alla figura del deputato socialista originario di Comasine, a cento anni dal suo assassinio.
In esso trovano spazio le relazioni tenutesi nel convegno di fine maggio 2024 a Cogolo e i materiali realizzati dalla III classe della scuola media di Ossana vincitrice del concorso “Matteotti per le scuole” indetto dalla Fondazione Giacomo Matteotti ets di Roma.
