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La fine di un'era per la Floricoltura Val di Sole

dom 19 gen 2025 10:01 • By: Giulia Colangeli

30 anni di passione nelle parole di chi l’ha vissuta

La Floricoltura Val di Sole ha chiuso i battenti dopo 30 anni di attività. Un’impresa a conduzione familiare che è riuscita a conquistarsi un’affezionata clientela non va oltre: Maurizio Pirovano e Caterina Albasini, proprietari e “genitori” della Floricoltura, dopo anni di fatiche e di enormi soddisfazioni potranno godersi la pensione. La parola a loro e alla figlia Linda Pirovano.


Maurizio, qual è il bilancio di questi 30 anni di attività?


«Molte più le cose belle che quelle brutte, ma come tutte le attività ci sono stati momenti difficili. Quando siamo arrivati qui abbiamo visto subito che c’era mercato e una potenzialità incredibile. Il bisogno era sentito perché una realtà come questa mancava e la gente è arrivata subito, anche quando non avevamo nemmeno una serra, solo un prato.

Poi, quando entravo in serra tutto passava, stavo bene, imparavo qualcosa sulle piante, le piante insegnavano a me, io ero contento e questo mi ha aiutato a superare qualsiasi difficoltà. Certo, ci sono stati momenti in cui ho dovuto fare il muratore, l’elettricista, l’operaio, ma anche se era dura, adesso posso solo dire che ho trasformato la passione in un lavoro e ho fatto per trent’anni qualcosa che mi piaceva fare. Ed è già tanto, non è una cosa semplice».


Caterina, tu hai seguito il sogno di Maurizio.

Graziadei marzo 2025

Com’è stato fare questo percorso insieme?


«Io lavoravo per alberghi all’epoca, ma ho seguito il suo sogno, mi è sembrato naturale. E siamo partiti davvero da zero, senza poterci permettere grossi mezzi, “scavando con le mani”. Ricordo che lui solo dopo un po’ di anni ha detto “adesso non faccio più il muratore, l’operaio, l’elettricista, adesso coltivo”. I primi anni sono stati di vera fatica».


Maurizio, racconta l’inizio dell'avventura.


«Davvero, venire da fuori e costruire un’azienda simile da zero è stata un’impresa titanica, tra la burocrazia e i permessi, poi, non ne parliamo. Però, nonostante tutto, quando inizi una cosa con la testa e la passione, sai che ce la farai. Noi ce l'abbiamo fatta. Devo dire che, a parte tutto, sono stato davvero fortunato, ho avuto accanto Caterina, Fernanda e Lorenzo, cognata e cognato con cui abbiamo avviato l’attività e che per dieci anni hanno contribuito in modo essenziale alla formazione della Floricoltura!».


Quali sono state le difficoltà legate alla gestione del territorio in montagna?


«Qui in Val di Sole, la situazione è diversa da un paese all'altro. Da Peio a Vermiglio a Terzolas, le piante che riesci a coltivare cambiano drasticamente. Ho sperimentato per anni quali varietà potevano resistere alle temperature estreme. Non è stato facile, ma sono uno sperimentatore ed è stato bello imparare quali varietà potessero sopravvivere e comunicarlo alle persone. La neve poi è una questione a parte: ho avuto per anni il terrore che le serre crollassero, ma abbiamo imparato a gestire anche questo.»


Linda, qual è il ricordo che porterai con te di questi anni di lavoro?


«Io studiavo solo in serra, ero come il papà, ci stavo bene. E’ un posto dove mi sono sempre sentita a casa, tornavo dall’asilo e riempivo vasetti. Mi mancherà lavorare con le piante, ma gestire un’azienda è un’altra cosa. Ora è giunto il momento di pensare a nuovi progetti.»


Cosa succederà ora?


«Adesso stiamo cercando di trovare un modo per trasmettere tutto ciò che abbiamo imparato in questi anni, il sapere che è passato attraverso tre generazioni da mio nonno, a mio padre e a me. È difficile pensare che tutto questo possa finire. Ma per il futuro ci preme che una simile conoscenza non vada persa.»


Maurizio, Caterina e Linda chiudono il loro capitolo salutando tutti, ma la loro storia, fatta di passione, sacrificio e amore per le piante e il territorio rimarrà nella memoria di chi ha avuto il privilegio di incontrarli.




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