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La follia del riarmo

dom 16 mar 2025 11:03 • By: Renato Pellegrini

Ascoltare la voce delle piazze e costruire un futuro senza violenza

Non ce n’era proprio bisogno che l’Unione Europea decidesse di tornare a riarmarsi. Occorre difendersi, ci dicono e raccomandano. Ma difendere che cosa? I confini, il territorio facendo strage di vite umane come fossero carne da macello?

Un gruppo di scienziati ha pubblicato un “manifesto” schierandosi senza ambiguità contro questa corsa agli armamenti, che non sappiamo dove potrà finire. Molti di loro sono «coinvolti in campi in cui viene sviluppata la tecnologia militare» e per questo credono «che oggi sia obbligo morale e civico di qualsiasi persona di buona volontà alzare la voce contro la richiesta di una militarizzazione europea e sollecitare il dialogo, la tolleranza e la diplomazia. La brusca militarizzazione non preserva la pace, porta alla guerra. I nostri leader politici dicono di essere pronti a combattere per difendere i presunti valori occidentali che ritengono in gioco; sono pronti a difendere il valore universale della vita umana? I conflitti in tutto il mondo sono in aumento.

Secondo le Nazioni Unite (2023), un quarto dell'umanità vive in aree colpite da conflitti armati. (…) Il "Doomsday Clock of the Bulletin of the Atomic Scientists", che quantifica i rischi di una catastrofe nucleare globale, non ha mai registrato un rischio così alto come oggi” (Carlo Rovelli e Flavio Del Santo in Roars del 9 marzo 2025).

Graziadei marzo 2025

Il problema è che la nostra mentalità associa la pace con la guerra: si vis pacem para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra). Ma è successo così nella storia? L’Europa ha goduto ottanta anni di pace perché ha continuato ad armarsi o perché, almeno parzialmente, ha creduto in altri metodi, ha ascoltato altre voci?

Una cosa mi sembra certa: oggi Gandhi o Martin Luther King non godono di molta attenzione. E i cristiani cosa pensano, come agiscono? Certo possono e devono pregare, ma non perché Dio risolva i problemi, ma perché aiuti me nell’impegno per risolverli. Deve essere ogni persona credente, che fidandosi di Dio come di un Padre, è disposta a seguire l’esempio del Figlio, di Gesù. Ma, lo sappiamo, che guida la storia in questi nostri tempi è il dio denaro, che fa nascere pensieri e propositi e guida le azioni. Va riascoltata la parola di Dio, detta all’inizio della storia: uomo dove sei? Si è subito smarrito per sentieri impervi e pericolosi.  Dio fin dall’inizio ha dato all’uomo ciò che lo rende tale, la categoria fondamentale del suo esistere, la libertà. Poteva, anzi doveva scegliere tra il bene e il male. Il Siracide, altro libro della Bibbia, racconta che davanti all’uomo sta il fuoco e l’acqua, sta la vita e la morte. A lui sarà dato ciò che a lui piacerà. Ed è l’uomo che sceglie e che agisce. A questo spinge Gesù. È impressionante nei “Fratelli Karamazov” di Dostoevskij la leggenda del grande inquisitore. C’è un continuo inveire contro Cristo, chiedendogli il perché è tornato a tormentare quelle persone, che stavano così bene senza dover scegliere, senza sensi di colpa. Perché? Il cristiano non può non essere allenato alla libertà, non può non difenderla in questi momenti in cui è minacciata. Se il cristiano non riesce a sentire la voce di Cristo, ascolti la voce delle piazze, raccolga quegli stimoli che indicano un futuro senza violenza e cominci a costruire la pace. In ogni momento e con ogni mezzo.

  

 

 

 



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