mer 19 mar 2025 14:03 • Dalla redazione
Proviene dalla necropoli di Menfi ed è uno dei primi esemplari del “Libro dei morti” scritto su due registri per il dignitario Senemnetjer
TRENTO. Proviene dalla necropoli di Menfi ed è uno dei primi esemplari del “Libro dei morti” scritto su due registri per il dignitario Senemnetjer. A fine anno riaprirà anche la sezione egizia al Castello del Buonconsiglio. Nel lavoro di riordino e studio dei materiali egizi conservati al Castello del Buonconsiglio, avviati dall’archeologa del Museo Annamaria Azzolini e dall’egittologa Barbara Gilli, è emersa una scoperta “sensazionale” ovvero sono stati identificati quattro frammenti del papiro di Senemnetjer. Fino ad oggi se ne conoscevano solo due frammenti: uno custodito al Museo archeologico di Firenze, l’altro disperso, ma noto grazie al disegno copiato dall’egittologo Karl Richard Lepsius.
Databile al regno di Hatshepsut/Thutmosis III (1479-1425 a.C.) e
rinvenuto a Saqqara, il papiro è stato realizzato per l’ammiraglio di flotta e
capo dei rematori del tempio di Ptah situato a Menfi. Il testo geroglifico,
così come la straordinaria figurazione, permette di riconoscerlo come scritto funerario
e di annoverarlo tra i primi esemplari papiracei conosciuti del ‘Libro dei
morti’, in antico egiziano “Formule per uscire di giorno”, una composizione di
testi di carattere magico-funerario per guidare ed aiutare il defunto nel suo
percorso nell’aldilà.
L’uso di deporre all’interno delle sepolture rotoli di papiro riportanti testi
composti da formule del Libro dei Morti si attesta a partire dalla XVIII
dinastia (1539-1292 a.C.) a Tebe dove si colloca anche l’origine di questa
composizione funeraria - organizzata in testi a colonne con l’inserzione di
vignette – abitudine che perdura almeno fino all’epoca tolemaica-romana. La
maggior parte dei papiri del Libro dei Morti di datazione coeva al papiro di
Senemnetjer proviene da Tebe, mentre sono rari quelli ascrivibili alla
necropoli menfita; pochissimi esemplari al mondo mostrano la variante
compositiva con testo organizzato su due registri, attestata unicamente a
Saqqara.
Ad un’epoca più recente risalgono quattro manoscritti riportanti questa
singolare variante; soltanto due risultano completi: quello appartenuto alla
‘nutrice reale Bakai’ custodito al Museo Nazionale di Varsavia, e il celebre
papiro di ‘Nebseni’ oggi al British Museum di Londra.
La collezione egizia del Castello del Buonconsiglio venne donata nell’Ottocento
da Taddeo de Tonelli, ufficiale dell’Impero austro-ungarico,
collezionista ed appassionato dell’antico Egitto. A partire dal 1921 la
raccolta di Tonelli, per anni esposta nelle sale del museo cittadino, fu
affidata come altre opere d’arte e di archeologia di proprietà municipale al
Museo Nazionale - ora Museo Castello del Buonconsiglio - per la sua
conservazione.
Per quanto riguarda l’acquisizione da parte di Tonelli di esemplari tanto
pregiati, quanto rari, va detto che il maggiore tra il 1821 e il 1827 era
comandante delle truppe austriache nel Granducato di Toscana, in un momento in
cui stavano arrivando al porto di Livorno i reperti egizi partiti da
Alessandria. Ad una prima spedizione di manufatti approdati in Italia nel 1820,
destinati alla corte imperiale di Vienna, fece seguito un secondo invio
organizzato nel 1822 dal cancelliere consolare d’Austria in Egitto, Giuseppe
Nizzoli, i cui reperti vennero acquistati poi dalle Gallerie Reali di
Firenze, grazie all’opera mediatrice portata avanti da Michele Arcangelo
Migliarini, già direttore delle raccolte fiorentine.
Tra questi materiali vi è il frammento di papiro di Senemnetjer. Proprio la
presenza dell’Ufficiale in Toscana in anni cruciali per l’arrivo dei reperti
dall’Egitto e la vicinanza al direttore delle Gallerie, Migliarini, più volte
menzionato nella corrispondenza personale come suo consulente, induce ad
ipotizzare che Tonelli abbia potuto acquisire parti di questo straordinario
papiro proprio attingendo alla seconda spedizione Nizzoli. A riprova di ciò
altri oggetti presenti nella collezione di Trento trovano una loro
corrispondenza nella raccolta fiorentina.