lun 24 mar 2025 09:03 • By: Fausto Garbato
Alpino e uomo qualunque diventato Eroe
Dedicato al Gruppo Alpini di Rumo
Ricorrono quest’anno gli ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Il tempo è quello giusto per ricordare e per riflettere, cercando di analizzare i fatti in maniera critica ed obiettiva. Per cercare di comprendere il senso di certi accadimenti della storia. Per capire come le scelte coraggiose delle singole persone possano spesso incidere in maniera pesante anche sugli eventi collettivi.
Leonardo Dallasega di Angelo e di Angela Marzari, contadino, nasce il 14 ottobre 1913 a Proves (allora Comune appartenente all’Impero Austro Ungarico). Alla fine della Guerra Proves, come tutto il restante territorio dell’attuale Trentino Alto Adige, viene annesso all’Italia quale territorio della Venezia Tridentina. L’avvento del fascismo non ha giovato ai comuni “tedescofoni” della Deutsche Nonsberg, che vennero forzatamente italianizzati nella cultura, nella lingua parlata e nelle consuetudini. Durante il ventennio Proves e Lauregno furono accorpati al Comune di Rumo (1928) e vi faranno parte fino al 1951.
Leonardo Dallasega e tutti gli altri compaesani di Lauregno e Proves divennero quindi cittadini di Rumo ed i maschi abili vennero iscritti alle Liste di leva di questo Comune. Nel 1935, a ridosso della Grandi Manovre che si svolsero in Val di Non e Val d’Adige, Leonardo si trovava a prestare servizio presso il Battaglione Alpini Trento dell’11° Reggimento (Proveniente dal 7° Reggimento Alpini). Questo reggimento, inquadrato nella neocostituita V Divisione Alpina “Pusteria” venne inviato in Africa Orientale nel gennaio del 1936. Leonardo col suo Battaglione prese parte a numerosi combattimenti (battaglia del Tigrai, dell'Amba Aradan, dell'Amba Alagi, del Tembien, della conca di Mai Ceu, del lago Ascianghi) e nel maggio del 1936 si ammalò di tifo e dissenteria.
Rimpatriato fu Capogruppo degli Alpini di Rumo dal 1937 al 1940.
Sposatosi con Maria Herbst a Nova Ponente (BZ) ebbe quattro figli: Elizabeth, Ewald, Helmut e Othmar. Nel 1939, in seguito all’emanazione della Legge sulle opzioni (Option in Südtirol o Südtiroler Umsiedlung) alla popolazione di lingua tedesca, ladina, mochena e cimbra fu chiesto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani, integrandosi nella cultura italiana e rinunciando ad essere riconosciuti come minoranza linguistica. Leonardo optò per la cittadinanza tedesca nel 1940. Questo gli costò molto.
Ad ottobre del 1943 venne infatti forzatamente arruolato nelle SS e trasferito a Münsingen - Bückeburg (Bassa Sassonia) per l’addestramento. Fu quindi mandato in Provincia di Verona presso un distaccamento SS e qui fu assegnato alla mansione di furiere. Durante questo periodo non prese parte a combattimenti né a fatti d’arme significativi. A fine guerra, al momento della smobilitazione delle truppe germaniche e della ritirata verso il Brennero, Leonardo abbandonò il suo posto presso la Compagnia SS di San Giacomo di Vago (VR); reperì una biciletta e si diresse senza ordini verso casa. Il suo destino si incrociò fatalmente con una compagnia di Fallschirmjaeger tedeschi (paracadutisti) che, in ritirata ed in pieno assetto da guerra, incontrarono lo sventurato nei presi di Ala, il 27 aprile 1945.
Provenienti da Giazza Selva di Progno, paesino cimbro nell’alto veronese, avevano rapito e brutalmente percosso un parroco, padre Domenico Mercante, parroco di Giazza - VR, accusato di essere colluso con i partigiani del luogo. Fu qui che Leonardo, al quale fu chiesto dal Comandante il Reparto di uccidere il parroco con un colpo di pistola, si rifiutò perentoriamente di eseguire l’ordine. Leonardo era un cattolico praticante, molto credente. In quanto cattolico e padre di famiglia non poteva uccidere un uomo, un prelato in nessun modo. In seguito a ciò venne immediatamente fucilato, senza processo e con un plotone improvvisato. Gli vennero strappati i gradi da Roettenfuehrer SS (Caporalmaggiore). Venne privato degli effetti personali e del piastrino in modo da renderlo irriconoscibile ed abbattuto come una bestia insieme al povero parroco. I corpi vennero lasciati in una buca creata da una bomba sganciata da una Fortezza Volante angloamericana.
Solo la pietà umana volle che fossero poi raccolti e sepolti. Il parroco fu immediatamente riconosciuto e portato nel paese di Giazza. Il soldato, privo di effetti personali e piastrino, divenne un Soldato ignoto per più di quarant’anni. Si deve all’opera disinteressata e caparbia di monsignor Luigi Fraccari se finalmente al Soldato ignoto di Ala, sia stato dato un nome: Leonardo (Leonard) Dallasega di Proves. Oggi i suoi resti umani riposano nel cimitero militare di Merano.
Bibliografia
Luigi Fraccari, Leonardo Dallasega, trentino, alpino, eroe e martire, Edizioni Taucas Gareida Giazza, Verona 2000