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Malé, allevatori in assemblea

gio 27 mar 2025 16:03 • Dalla redazione

Presentato il volume di Giovanni Martini dedicato alla storia della zootecnia solandra e trentina

MALÉ. Affollata assemblea degli allevatori solandri, stamattina nella sede della Comunità della Val di Sole. Numerosi i temi affrontati attraverso gli interventi di numerosi rappresentanti istituzionali accolti dal presidente della Comunità della Val di Sole, Lorenzo Cicolini.

Tra i presenti il presidente provincial Giacomo Broch, il direttore Massimo Gentili, il componente del cda Sergio Panizza e il presidente degli allevatori della Val di Sole Lorenzo Andreotti. Inoltre, hanno preso la parola l’assessore regionale Carlo Daldoss e l’assessora provinciale Giulia Zanotelli, il presidente della Cassa Rurale Val di Sole, Claudio Valorz, il vicepresidente Vito Pedergnana.

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Tra le questioni aperte, l’andamento del mercato, la situazione delle malghe, l’accesso al credito per i giovani allevatori, la situazione dei caseifici tra secessioni e progetti di fusione.

L’occasione è stata utile per presentare il libro, fresco di stampa, di Giovanni Martini, dedicato alla storia dell’allevamento in Val di Sole e in Trentino negli ultimi due secoli. Un volume che attraverso i numeri e i documenti indaga l’evoluzione del settore, con uno sguardo approfondito tra Otto e Novecento: un tempo racchiuso idealmente dalle oceaniche fiere di San Matteo a Malé ai primi del Novecento, quando praticamente tutti avevano anche solo una piccola stalla, e lo stato attuale delle cose, con un’attività marginale ma che rimane decisiva se combinata alla tutela del territorio alpino e al turismo. “Lo sforzo di raccogliere, studiare e divulgare la storia e la memoria dell’attività zootecnica – ha detto Alberto Mosca, che ha curato l’edizione per Nitida Immagine di Cles – può diventare per il mondo degli allevatori un modo per presentare al pubblico lo straordinario valore del proprio ruolo. Nel corso di un millennio sono stati l’agricoltore e l’allevatore di montagna ad aver disegnato il paesaggio solandro come oggi lo conosciamo”.



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