p>TRENTO. L’etnografo trentino di origine boema Giuseppe Šebesta (1919-2005) ha dedicato la sua esistenza a raccogliere informazioni sulla vita e sulla storia della comunità alpine, producendo moltissimi materiali utilizzati per conferenze e pubblicazioni, ma soprattutto per promuoverne la conoscenza, anche tramite opere di musealizzazione.
La poliedricità del fondatore del Museo Etnografico Trentino San Michele si
ritrova anche nella documentazione lasciata negli ultimi anni di vita a vari
Enti, provinciali ed extraprovinciali, tra cui naturalmente lo stesso Museo di
San Michele all'Adige, l’Istituto culturale mòcheno e la Fondazione Giovanni
Angelini di Belluno.
Proprio con l’obiettivo di unire virtualmente questi preziosi lasciti e di
diffonderne la conoscenza, la Fondazione Angelini ha promosso il progetto
denominato “La valle dei Mòcheni nell’archivio di Giuseppe Šebesta, patrimonio
per le Dolomiti delle giovani generazioni” coinvolgendo, oltre al Mets e
all’Istituto mòcheno, anche la UMTS Soprintendenza per i Beni e le attività
culturali della Provincia autonoma di Trento, il Dipartimento di Studi
Umanistici e del Patrimonio Culturale dell'Università di Udine e il Museo
Etnografico Dolomiti della Provincia di Belluno.
Il Progetto, che terminerà nel dicembre del 2026, ha ottenuto il finanziamento della Fondazione Caritro di Trento e Rovereto. Saranno coinvolti archivisti esperti e giovani archivisti in formazione, storici, archeologi, geografi, linguisti, museografi, registi, documentaristi e più in generale specialisti dei beni culturali del territorio mòcheno, trentino, bellunese e dolomitico dove Giuseppe Šebesta ha operato.
Tra i materiali in possesso dei vari enti, molti riguardano infatti proprio gli studi di Giuseppe Šebesta sulla Valle del Fersina e consistono in schedari, lettere, fotografie, copie e trascrizioni di documenti e in qualche caso anche documenti originali, registrazioni audio, video e filmati con i pupi di cui l’autore andava molto fiero.
