lun 14 apr 2025 08:04 • Dalla redazione
La grande mostra sul ‘Tedesco’ al Castello del Buoconsiglio
TRENTO. Al Castello del Buonconsiglio è stata inaugurata la grande mostra dedicata al pittore Giacomo Francesco Cipper (Feldkirch, 1664 – Milano, 1736) comunemente noto come il Todeschini (ma firmava i suoi quadri semplicemente come “Tedesco”) le cui opere sono patrimonio dei maggiori musei europei e delle più importanti collezioni d’arte antica, ma sul quale si continuano ad avere più interpretazioni - talvolta suggestive - che reali certezze.
La mostra "Il teatro del quotidiano" sarà
visitabile al Castello del Buonconsiglio di Trento fino al 14 settembre.
Riunisce opere provenienti da una grande raccolta privata milanese e da diversi
musei italiani e stranieri e altri collezionisti. “Non è una monografica pura –
sottolineano i curatori - ma propone, accanto ad un vasto corpus di opere del
maestro, attivo per lo più a Milano nei primi decenni del Settecento, diverse
tele di artisti del contesto, in particolar modo lombardo, che hanno
influenzato Cipper o da questi ne hanno tratto ispirazione: Antonio Cifrondi,
Felice Boselli, Monsù Bernardo, il Maestro della Tela Jeans, Giacomo
Ceruti. Con primizie assolute, come un inedito 'Ritratto di pellegrino' di
Ceruti e una versione poco nota della 'Filatrice' di Pietro Bellotti.
Accanto ai dipinti vengono esposti talvolta oggetti che aiutano a capire la
concretezza e il legame del pittore con la cronaca e la materia: strumenti
musicali, bussolotti da elemosina o manichini in legno per
presepi. Di certo Giacomo Francesco Cipper o, alla tedesca, Zipper, fu un
artista vulcanico. Dipingeva, con anticonformismo e libertà di tratto, scene di
vita quotidiana, di cronaca vera. Popolani al mercato, contadini, ambulanti,
vagabondi, mendicanti, zuffe o lezioni di musica, arti e mestieri, giocatori di
carte e morra. Tutti protagonisti su un palcoscenico, quello della vita, dove
ad essere rappresentata non è la desolazione ma la vitalità e il divertimento.
C’è indubbiamente una vitalità quasi provocante nelle sue raffigurazioni che
manca in altri: una tavolozza vivace, una spregiudicatezza nei soggetti e una
simpatia nei confronti di alcuni personaggi, in particolar modo dell’infanzia.
In queste sue “istantanee” Cipper riesce a cogliere ovunque un movimento e un
sorriso: vita, non tristezza. In ciò distinguendosi dagli altri pittori
di “Pitocchi” e dallo stesso grande Giacomo Ceruti, che pur conosceva vivendo
entrambi nello stesso quartiere di Milano. “Le scene di vita quotidiana e le
nature morte di Cipper incontrano il gusto della committenza italiana ma non
solo. Entrano così a far parte delle raccolte di molte grandi famiglie e
casate, in area lombarda e italiana innanzitutto, nonostante le scene umili,
spesso i suoi committenti e collezionisti erano di rango elevato: attraverso le
ricerche condotte per la mostra abbiamo scoperto che i suoi dipinti erano nelle
gallerie della famiglia Colloredo (Governatore di Milano) e dei Clerici
a Milano, di Pietro Mellarede a Torino, e nel Settecento quattro suoi
quadri erano già nelle collezioni reali inglesi”, sottolineano i curatori.
Una 'Lezione di musica', già nel Settecento nella residenza inglese di Richard
Temple a Stowe sarà presente in mostra. Le sue invenzioni sono apprezzate
anche in Austria e Germania, Cecoslovacchia, Polonia e persino in Russia. Sono
dipinti che colpiscono per il loro realismo, per la capacità di racconto, quasi
ad anticipare il moderno fotogiornalismo, ma anche per l’ironia, la
benevolenza, la positività dello sguardo con cui l’artista coglie le
situazioni. Cipper racconta la miseria ma non indulge sull’abbruttimento. Il
successo porta l’artista a “riscrivere” i suoi dipinti e stimola altri artisti,
meno fantasiosi e dotati, ad ispirarsi ad essi o copiarli. Per questo ancora
oggi il mercato è invaso da opere attribuite al maestro, inquinandone la
grandezza e la figura. Che questa importante mostra intende mettere
correttamente a fuoco.