mer 30 giu 2021 11:06 • Dalla redazione
La presa di posizione dell’Osservatorio delle Associazioni sul Parco Nazionale dello Stelvio: in assenza di regole condivise, stop a piani e progetti incoerenti o non rispettosi delle norme
ROMA. “Troviamo ingiustificabile che il Parco Nazionale dello Stelvio non abbia ancora un Piano e un Regolamento definitivamente approvati”. A dirlo sono le Associazioni ambientaliste riconosciute riunite nell’Osservatorio sul Parco Nazionale dello Stelvio (CAI, FAI, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italia, WWF) a 86 anni dall’istituzione del parco nazionale, a 6 anni dalla Intesa (dell’11/2/2015) tra lo Stato la Regione Lombardia e le due Province autonome di Trento e di Bolzano che ha sancito la nuova governance dell’area protetta e, infine, a 3 anni dall’avvio delle procedure partecipative nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica per la definizione degli strumenti fondamentali per la tutela e la valorizzazione dinamica del patrimonio naturalistico alpino per cui il Parco dello Stelvio è stato istituito.
Le associazioni, che hanno dato vita nel 2016 all’Osservatorio, sottolineano
come in una situazione di radicale mutamento delle vocazioni dei territori
montani dovuto ai cambiamenti climatici, se si tenesse davvero allo sviluppo
sostenibile delle Alpi centrali si dovrebbe concludere al più presto
questi passaggi per dare certezze
ai comuni e alle popolazioni locali. Non si possono, invece, riproporre
modelli di intervento obsoleti e soprattutto avallare i tentativi di chi,
anche con la scusa delle Olimpiadi invernali 2026, vuole bypassare o
eludere le normative comunitarie e nazionali a tutela della natura e le regole
fissate dalle Linee Guida previste espressamente dall’Intesa del 2015 e
approvate dal Comitato Nazionale di Coordinamento di Indirizzo nel 2017. per le
varie Zone, di maggiore o minore tutela, in materia infrastrutturale,
urbanistica, impiantistica e turistica.
Sono queste le valutazioni e richieste che l’Osservatorio delle Associazioni
ambientaliste sottolinea e rilancia all’attenzione del Ministero della
Transizione Ecologica, della Regione Lombardia e delle due Province autonome.
L’Osservatorio censura il fatto che ancora non siano state redatte dalla
Regione e dalle due Province autonome le proposte
definitive di Piano e Regolamento, su cui è aperta una procedura di Valutazione
Ambientale Strategica dal 2018. Proposte che devono essere presentate al parere
vincolante del ministero della Transizione ecologica per avere strumenti
coordinati e armonici che garantiscano l’unitarietà dell’area protetta
nazionale, ribadita anche dal D.lgs n. 14/2016 per la Regione Trentino-Alto
Adige e dalla LR n. 39/2015 per la Regione Lombardia.
In assenza degli strumenti indispensabili per procedere ad una gestione
concorde, dinamica e sostenibile del territorio dell’area protetta, l’Osservatorio
delle Associazioni ricorda al ministero, alla Regione e alle due Province
autonome che vale quanto stabilito sia dalle norme nazionali (legge quadro
sulle aree protette e decreto ministeriale sui criteri minimi di tutela della
Rete Natura 2000) sia dalle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli” e,
quindi, i divieti e le tutele vigenti su scala nazionale ed europea.
L’Osservatorio trova paradossale che proprio le amministrazioni territoriali
che avrebbero tutto l’interesse ad uscire da una situazione vincolistica non
siano state ancora in grado perfezionare le loro proposte.
In occasione dell’ultimo confronto con il Comitato Nazionale di Coordinamento e
di Indirizzo svoltosi il 26 maggio scorso (ad un mese dalla sua scadenza
quinquennale) l’Osservatorio delle Associazioni, che nel tempo ha mantenuto con
esso un dialogo costruttivo, ha appreso che né per la Regione Lombardia né
per la Provincia di Bolzano si ha ancora una stima, anche solo approssimativa dei
tempi di conclusione delle proposte definitive di Piano e di Regolamento. Inoltre,
che comunque sono state tenute in scarsa o nessuna considerazione – in
violazione della normativa comunitaria sulla VAS – le osservazioni delle
Associazioni in cui si segnalano l’incoerenza e/o il contrasto di alcune
scelte contenute nelle prime proposte di Piano (in particolare sulla
zonizzazione) e di Regolamento con la legge quadro sulla aree protette (legge
n. 394/1991), con la tutela assicurata ai siti comunitari della Rete Natura
2000 e con le stesse Linee Guida.
Nel contempo, si registrano anche richieste per realizzare nuove
infrastrutture stradali e ferroviarie, per aumentare il volume degli edifici
sparsi, per costruire ex novo impianti per lo sci e, addirittura, già
effettuare interventi minori (asfaltatura di strade, posa di condotte, ecc.),
già in corso, ma che comunque incidono anche in aree tutelate di pregio. Questi
risultati, secondo l’Osservatorio delle Associazioni, portano a considerare
come fondati i timori e le critiche espresse al momento della definizione,
tra il 2015 e il 2016, della nuova governance del Parco dello Stelvio,
ossia la difficoltà di assicurare la configurazione unitaria del Parco nel
rispetto delle normative vigenti. Timori che tornano di attualità alla luce
anche della discutibile frammentazione della VAS, che vede lo svolgimento
di procedure plurime e non sincrone ai livelli locali che sono, quindi,
incapaci di dar conto degli effetti cumulativi di ogni proposta e di consentire
un’effettiva, armonica partecipazione e la definizione di strumenti di piano
coordinati.
A quest'ultimo proposito l'Osservatorio delle Associazioni pone il problema
dell’effettivo coordinamento della
gestione, posto che il vigente ordinamento del Parco Nazionale
affida alla Regione e alle due Province autonome la gestione tripartita e
attribuisce al Comitato Nazionale di Coordinamento e indirizzo il
potere di coordinare la gestione. Tuttavia, le proposte di Piano e di
Regolamento finora elaborate non prevedono gli strumenti necessari per
consentire al Comitato di esercitare tale potere e neppure di
rappresentare il Parco nella sua unitarietà.