La rivista Jesus delle
edizioni San Paolo, non manca di far riflettere sulla crisi che attanaglia la chiesa cattolica. L"ora è indubbiamente
grave e la «malattia» di questa millenaria istituzione sembra peggiorare di
giorno in giorno.
In realtà già da alcuni decenni si potevano notare sintomi poco rassicuranti, ma il consiglio era che i panni sporchi si lavano in casa e quindi si sconsigliava o si proibiva di parlarne. «Quasi tutti erano impegnati a sottolineare l"efficienza della presenza della Chiesa nella società e a ribadire il suo peso e le sue capacità d"intervento, quasi in risposta alla tentazione di una religione civile che sembrava così urgente e apportatrice di vita sociale positiva per il nostro Paese. Chi non voleva prendere parte a questo coro abituato a celebrare trionfi senza mai ipotizzare fallimenti neanche parziali fu autorevolmente richiamato e definito profeta di sventura».
Oggi il clima è notevolmente cambiato, vuoi perché il rumore di certi scandali è diventato un tuono che rimbomba da una parte all"altra del cielo, vuoi perché anche qualche cardinale, come l"arcivescovo di Monaco, già presidente delle Conferenze episcopali europee, membro del Consiglio che assiste il Papa nella riforma della Curia romana, ha alzato la voce per dire che la Chiesa «è giunta a un punto morto», e afferma che questa situazione gli ha cambiato la fede.
Si badi bene: ha «cambiato
la fede» di un vescovo di sessant"anni, inducendolo a dare le dimissioni, poi
respinte da papa Francesco.
Il
profondo malessere che viviamo è solo in parte dovuto agli scandali suscitati
dalla pedofilia, che è senza dubbio alcuno un crimine grave e detestabile. Ci
sono anche altre storture gravi e contrarie a una vita secondo il Vangelo. L"uso dei soldi ne è un esempio lampante.
Gesù aveva avvertito: «Nessuno può servire a due padroni, perché o
odierà l"uno e amerà l"altro, oppure si affezionerà a uno e disprezzerà
l"altro. Non potete servire Dio e la ricchezza!» (Mt 6,24) Ma per chi sa quali
motivi questo avvertimento è stato disatteso. Chi doveva servire i poveri,
parrebbe, si è talvolta servito dei poveri. E come allora non arrivare a
conclusioni terribili per la fede, che diventa un pretesto per la propria
fortuna. Cardinali che non sanno rinunciare ad appartamenti lussuosissimi che
misurano centinaia di metri quadrati, o che si danno a speculazioni finanziarie
sono un pugno nello stomaco ad una chiesa che già zoppica e uno scandalo per i
poveri amati da Gesù. Enzo Bianchi
mette però in guardia dal coltivare uno spirito di vendetta e dal
giustizialismo presente nell"aria cattolica, come alla «tendenza a cedere alle
dominanti dei mass media e a certo moralismo populista». E non è finita. Dovrebbe turbare le
coscienze di tutti le rivelazioni della pulizia etnica operata nelle scuole
cattoliche in Canada fino al 1980, dove bambini strappati alle loro famiglie e
rinchiusi in collegi-lager sono stati maltrattati, trascurati, fino a morire ed
essere seppelliti in fosse comuni.
Si calcola che siano stati coinvolti almeno
sei mila ragazzi"¦ Ancora
Enzo Bianchi scrive che questo è «uno scandalo, che suscita interrogativi sulla
capacità di vivere il cristianesimo, su una Chiesa magari generosa nella
missione, ardente in devozione, come in Canada, ma poi peggio che persecutrice!
("¦) Come tentare di uscirne e giungere a
una vera riforma? Sì, sappiamo che
la riforma inizia da noi stessi, ma questo la Chiesa l"ha sempre predicato
senza poi compiere dei passi per riformare l"istituzione. Il cardinale Marx lo sottolinea: le colpe non sono
solo personali ma correlate all"istituzione!» E conclude il fondatore e
priore per lungo tempo della Comunità di Bose: «In questa situazione anche nella Chiesa si porta la
croce, che nelle parole di Gesù è strumento della propria esecuzione: la croce
è situazione crudele e turpe, che mai noi dobbiamo addossare agli altri e della
quale non dobbiamo parlare piamente a quelli che la stanno portando. Resta
straordinario che anche Gesù fu aiutato a portare la croce non solo dal Padre,
ma anche da un povero uomo, Simone di
Cirene, che sul cammino del Calvario ha preso la croce sulle sue spalle.
Scriveva il teologo Yves Congar: «Soffrire
nella Chiesa è faticoso, ma soffrire a causa della Chiesa è terribile».
