Ricordo che all"inizio della
pandemia eravamo tutti convinti che ne saremmo usciti migliori; eravamo
convinti che sarebbe andato tutto bene. Ma il tempo e le difficoltà nel far
fronte a un virus sconosciuto e imprevedibile hanno cambiato i nostri
comportamenti portando alla luce tutta una serie di contraddizioni che hanno
reso più difficile la lotta contro questo male. Prendo spunto per queste mie
riflessioni da un articolo di Walter Ricciardi apparso su Vita e pensiero. Comincia affermando che oggi molti si rendono
conto che probabilmente la vita sul nostro pianeta non tornerà subito alla
normalità ; è infatti importante o necessario che la quasi totalità della
popolazione sia vaccinata per evitare recrudescenze con il riemergere di
qualche variante. «Forse
il COVID-19 rappresenta il punto di svolta definitivo tra un"epoca storica e
un"altra e non torneremo mai completamente indietro». (Walter Ricciardi)
Abbiamo tutti capito che
l"onnipotenza di governi, superpotenze e altre realtà è un"illusione. È venuta
invece a galla l"importanza della scienza, della collaborazione internazionale
e l"efficacia del lavorare insieme. Siamo stati testimoni a volte imbarazzati
di una comunicazione spesso caotica, insopportabile, che poneva sullo stesso
piano (come in qualche trasmissione televisiva) esperti studiosi e propagatori
di idee assolutamente infondate.
«Sembra difficile sostenere d"ora in poi che
le pandemie saranno eventi improbabili e imprevedibili». Quello che è urgente
cambiare, è il modo di vivere degli uomini sulla terra, smettendo di depredarla
e sfruttarla. C"è una stupidità assoluta in certe scelte. La pandemia mette a dura
prova persino la razionalità dei comportamenti, può far emergere qualche volta
il peggio degli uomini. Altre volte invece mette in risalto le qualità
positive. In questi primi anni del secolo ne abbiamo avuto amplia conferma: c"è
stato chi ha trattato medici e infermieri come eroi, e chi all"opposto come terroristi.
Ci sono stati giornalisti seri e responsabili da una parte e giornalisti in
cerca di audience dall"altra, creando confusione e incertezza in molti. Abbiamo
visto politici seri e interessati al bene pubblico e qualche «avventuriero
interessato solo al proprio destino politico e scienziati seri e rigorosi a
fronte di altri vanesi e approssimativi». Non c"è dubbio che il
Covid-19 ha rivelato anche la nostra vulnerabilità , la nostra incapacità di
cooperare, di lavorare e agire insieme.
In qualche modo il virus ci ha
precipitati nell"incertezza e nella limitazione delle libertà . Siamo in grado
di evitare che questo succeda di nuovo? Dipende esclusivamente da noi; useremo
le risorse che arriveranno dai fondi europei per una migliore sanità , per la
ricerca, l"innovazione e la capacità di premiare il merito? Sono fermamente
convinto che «la fiducia nella scienza e nella medicina è l"unica arma che
possediamo per continuare a garantire all"umanità lo sviluppo e la prosperità
conquistate negli ultimi decenni; come dice papa Francesco da una crisi si esce
sempre cambiati». Speriamo che questa volta sia in meglio e che questa crisi
non venga sprecata. C"è uno sforzo che tutti dobbiamo compiere: imparare ad
ascoltare le persone competenti, a fidarci di chi nella vita ha speso tempo ed
energie per il bene di tutti. Non tutti conosciamo tutto: dialogare, pensare,
confrontarci e saper attendere, senza la pretesa che ogni cosa trovi subito la
sua soluzione è forse la strada giusta per costruire un mondo più sicuro e più
sereno.
