MEZZOLOMBARDO. Mille chilometri a piedi per festeggiare la pensione. Claudio Webber, classe 1960, è andato in pensione il 28 febbraio dopo 44 anni di lavoro come dipendente della ditta Holzhof. Pochissimi giorni di riposo e poi via, zaino in spalla, per affrontare il cammino "Via Francigena" in tutta la sua lunghezza.
Ben 40 tappe e mille chilometri in quaranta giorni, da Colle san Bernardo, in Val d'Aosta, fino a Roma Capitale. Trentasette km la tappa più lunga, diciannove km la più breve. "Sono un appassionato camminatore "“ afferma Webber "“ e negli anni ho percorso molti cammini in giro per l'Europa. Il primo è stato, nel 2016, il Cammino Inglese. Poi, uno all'anno, ho affrontato e concluso il Cammino del Nord in Spagna, il Cammino Portoghese e altri. Ogni volta è sempre stata una grande emozione e sempre mi sono portato a casa un bagaglio di esperienze".
Qual è la molla
che l'ha spinta a fare tutte queste fatiche? "Prima di tutto l'obbiettivo di imparare a stare solo con
me stesso, che non è affatto facile. Poi c'è sempre stata la volontà di
condividere con sconosciuti incontrati per strada la comune passione per
l'avventura. Ho avuto il piacere di conoscere in ogni cammino persone di tutto
il mondo, con le quali ho condiviso fatiche, emozioni e la gioia di stare
assieme e assieme affrontare i percorsi storici e le bellezze della natura.
Ovviamente ho anche camminato molti chilometri in solitaria, almeno all'inizio
di ogni cammino, ma poi sempre ho incontrato persone le più disparate tutte con
una grande anima.
Ricchi e poveri, uomini e donne, giovani e meno giovani,
cattolici o di altra religione o anche atei. Una grande comunità di
appassionati camminatori che avevano tanto da trasmettere ed è stato belle
conoscere". C'è qualche
episodio che le è rimasto nel cuore? "Tanti. Nell'ultimo cammino ho conosciuto un americano
con il quale ho fatto amicizia e con il quale ci siamo scambiati il cibo che
avevamo nello zaino. Ma anche un giovane ragazzo italiano, alla sua prima
esperienza, che aveva problemi a un ginocchio e pensava, a malincuore, di dover
abbandonare. L'ho aiutato utilizzando la pomata antiinfiammatoria che avevo
nello zaino, gli ho costruito un bastone con un ramo trovato nel bosco e l'ho
sostenuto fisicamente in qualche tratto e incoraggiato psicologicamente fino al
traguardo finale di Roma. Mi ha detto che quel bastone lo custodirà con cura e
mi ha ringraziato con le lacrime agli occhi. È stata una grande emozione anche
per me. La vita è fatta anche di piccoli episodi che sembrano banali ma sono
molto significativi". La passione per la fatica del camminare è parte
integrante di Claudio Webber sin dalla giovanissima età .
"Vado a fare trekking
in montagna diciamo da sempre "“ afferma "“ ma si è sempre trattato di camminate
di uno o due giorni. L'esperienza dei cammini, iniziata otto anni fa, è senza
dubbio simile ma nello stesso tempo diversa, oltre che più impegnativa. Ogni
cammino affrontato ti cambia nell'animo e ti fortifica, dandoti la voglia, ogni
volta ne hai concluso uno, di pensare a incominciarne un altro. Auguro a tutti
questo tipo di esperienza, ne uscirete più forti e arricchiti dentro". Una
forte emozione è arrivata in quest'ultimo cammino, racconta Webber, dall'aver
conosciuto una giovane ragazza russa con la quale è nata un'amicizia. Valentina, questo il suo nome, gli ha
raccontato di essere contraria all'invasione dell'Ucraina e di essere triste
per questa assurda guerra. Il suo cammino, ha confidato all'amico Claudio, era
dedicato alla pace. Per quanto riguarda le prospettive future, il nostro
camminatore ha un sogno nel cassetto: "Sto pensando di partire a piedi da casa
mia, a Mezzolombardo, per arrivare fino Santiago de Compostela. Sono circa
2.800 km. Dovrò prepararmi bene".
