sab 08 ott 2022 14:10 • Dalla redazione
Dal 1° ottobre il primario ha lasciato il reparto di Anestesista dell’Ospedale Valli del Noce
CLES. Dal 1° di
ottobre il dottor Gabriele Leli, direttore
dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Cles, è in
pensione. Dopo la laurea ad Ancona, la specializzazione in Anestesia e
Rianimazione all’Università degli Studi di Bologna e un periodo di lavoro
all’Ospedale di Ascoli, il medico ha iniziato il suo percorso professionale in
Trentino all’ospedale Villa Igea
dove, sotto la guida del dottor Scillieri, ha fatto un’importante esperienza in
Anestesia ortopedica.
Nel 1990 si è trasferito all’ospedale di Cles, dove, apprezzato durante i suoi anni di lavoro non solo per gli aspetti professionali e il suo atteggiamento equilibrato ma anche per quelli umani, nel 2019 gli è stata affidata la direzione dell’U.O. di Anestesia e Rianimazione.
L’impegno del dottor Leli in tutti questi anni è stato sempre un riferimento per i pazienti e per l’Azienda Sanitaria trentina all’interno della quale è cresciuto professionalmente.
Con entusiasmo e grande competenza ha contribuito in modo determinante allo sviluppo e al riconoscimento clinico e scientifico della parto analgesia che, nell’ospedale noneso, è stata estesa in tutte le 24 ore tramite la disponibilità/ presenza attiva dell’Anestesista anche nelle ore notturne.
Un professionista che ha lavorato, in particolare in questi ultimi due anni resi difficili dalla pandemia, con generosità e dedizione, sempre in uno spirito di squadra con tutti i medici di qualsiasi specialità, con i quali il lavoro è stato occasione di apprendimento e confronto costruttivo, coniugando elevata professionalità, umanità e capacità relazionali.
Nel corso della pandemia, il dottor Leli, insieme ai suoi validi collaboratori, ha saputo ripetutamente gestire in loco e affrontare con successo situazioni cliniche decisamente critiche e difficili, in particolare quando i trasferimenti dei pazienti più gravi alle Terapie Intensive di riferimento, Trento e Rovereto, erano problematici a causa delle prolungate pressioni senza precedenti cui erano sottoposte in quei mesi quelle due Unità Operative.
L’esperienza clinica che ne è derivata ha certamente consolidato le capacità cliniche e organizzative del Primario e dell’intera sua equipe, contribuendo a concretizzare le basi per la realizzazione di una futura U.O. di Terapia Intensiva anche all’ospedale delle Valli del Noce.