CLES. Autoproduzione energetica e uso di magazzini davvero speciali per conservare la frutta: quello di Melinda sarà un 2023 all"insegna del risparmio e del contrasto al caro energia. Una scelta inevitabile di fronte alla duplice necessità di fare i conti con la persistente spinta inflazionistica e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Due direttrici, queste ultime, che continuano a caratterizzare il percorso di crescita del Consorzio attraverso l'innovazione e l"ottimizzazione dei consumi.
Tra le iniziative adottate spicca ovviamente il ricorso alle celle ipogee, vere e proprie strutture per la frigo-conservazione naturale. 15 chilometri di gallerie, situate all"interno della miniera di dolomia Rio Maggiore. Queste "stanze", protette dalla roccia a 300 metri di profondità , ospitano le mele in un ambiente asciutto e controllato. "Le mele si vendono tutto l"anno, per conservarle occorre mantenere intatte alcune condizioni", spiega Franco Paoli, direttore del Reparto Produzione di Melinda. "La temperatura si stabilizza a 1°C e la presenza di ossigeno si ferma all"1%: in questo modo è possibile rallentare la respirazione dei frutti conservandoli più a lungo".
Le condizioni di partenza dell"ambiente, dalla bassa
temperatura all"impermeabilità della roccia, consentono di impiegare un
quantitativo ridotto di energia: circa il 30% in meno dell"ammontare richiesto
dalla tradizionale conservazione nei magazzini di superficie.
L"impatto positivo
del risparmio energetico sull"intera attività di stoccaggio è destinato a
crescere con il previsto incremento della capienza. "Oggi le celle ipogee
ospitano circa 30mila tonnellate di mele", ricorda Fabrizio Conforti, ingegnere del Consorzio Melinda, "ma entro la
fine dell"anno si arriverà a 40 mila". Un incremento di capacità di oltre il
30%, dunque. I vantaggi delle celle sotterranee non si esauriscono
però con il taglio dei costi. Determinante, infatti, è anche la riduzione
dell"impatto per l"ambiente e il clima. Il ricorso a questo sistema di
conservazione determina anche un calo delle emissioni di CO2 in atmosfera, un
importante risparmio idrico nel raffreddamento dei compressori e l"eliminazione
dei pannelli coibentanti, tipicamente complessi da smaltire. La possibilità di
conservare le mele in profondità , infine, libera spazio in superficie a
beneficio del paesaggio e dell"estensione delle coltivazioni. Sul fronte energetico, poi, Melinda è attualmente
impegnata nel piano di espansione della sua autoproduzione. Il Consorzio si
basa da tempo su una fornitura 100% rinnovabile grazie all"energia
idroelettrica e quella fotovoltaica. Quest"ultima è prodotta direttamente dai
pannelli, installati sui tetti degli impianti di conservazione e lavorazione in
due fasi (la prima nel 2008 e la successiva nel 2011) con un investimento di
oltre 10 milioni di euro.
Il nuovo piano di sviluppo prevede ora di garantire
all"azienda una produzione aggiuntiva di 4,84 milioni di Kwh contro i 4,82
attuali. In pratica l"ammontare totale raddoppierà . "Il progetto di espansione dei pannelli solari
rappresenta perfettamente la nostra visione per lo sviluppo delle attività del
Consorzio", commenta Ernesto Seppi,
presidente Melinda. "Oltre a confermare la nostra vocazione per la
sostenibilità , che dal 2008 si traduce nell"impiego esclusivo di fonti
rinnovabili, i nuovi investimenti nel fotovoltaico consentiranno di rispondere
efficacemente alle sfide di una voce di costo che negli ultimi anni è divenuta
sempre più rilevante nella spesa delle imprese. Sul fronte dei magazzini,
inoltre, l"atteso aumento della capienza delle celle ipogee consentirà di
ottenere ulteriori risparmi riducendo l"impiego totale di energia. Sono due
esempi di come una realtà importante per il Trentino e per l"Italia intera
cerca di ragionare in maniera lungimirante, per essere da esempio all"intera
filiera agroalimentare italiana".
