ven 23 giu 2023 09:06 • Dalla redazione
Una nuova struttura arricchisce il campus FEM che si estende su 14 ettari di superficie
SAN MICHELE ALL’ADIGE. È stata inaugurata nel campus della Fondazione Edmund Mach, a San Michele all'Adige, la nuova serra a servizio delle attività di ricerca, formazione e sperimentazione. Si tratta di una struttura molto moderna, che si estende su mille metri quadrati, dotata di tecnologie avanzate, che la rendono completamente automatizzata, a basso consumo energetico e in grado di riprodurre più microclimi contemporaneamente.
Al taglio del nastro sono intervenuti l'assessore all'agricoltura, foreste,
caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli, il
presidente FEM Mirco Maria Franco
Cattani, il direttore generale Mario
Del Grosso Destreri, il responsabile dei progetti legati alla sostenibilità
degli agroecosistemi, Claudio Ioriatti,
l'assistente spirituale del convitto, don Daniele
Armani, che ha benedetto la nuova struttura.
Erano presenti anche i dirigenti della Fondazione prof. Mario Pezzotti, Manuel
Penasa e Maurizio Bottura, il
dirigente del Servizio agricoltura della PAT, Andrea Merz e i due studenti Fabiola
Wolf e Yuri Michelon e tutto il
personale coinvolto nelle attività delle serre.
La struttura è ubicata in prossimità della palazzina di
fitopatologia dedicata alle attività di difesa delle piante, a sud del campus
FEM che si estende su 14 ettari di superficie ed è dotato di laboratori, aule
didattiche e campi coltivati. La serra è stata finanziata in parte con i fondi
del progetto SWAT finanziato dalla Provincia autonoma di Trento destinato al
contrasto delle specie aliene invasive.
"E' una struttura che arricchisce il patrimonio tecnologico della
Fondazione Mach - ha spiegato il direttore generale Mario Del Grosso Destreri -
portandola all'avanguardia anche in questo campo. La nuova serra si inserisce
nel campus di San Michele nel contesto di altre serre già preesistenti. Abbiamo
quindi un polo complessivo di 2000 metri quadrati nei quali si concentreranno i
nostri sforzi su lotta biologica, miglioramento genetico, studio delle
fitopatie, ma anche attività didattiche della nostra scuola.
"Un luogo di ibridazione e contaminazione - lo ha definito Claudio
Ioriatti - perchè da un lato favorisce la condivisione e contaminazione
sinergica delle diverse competenze presenti nella FEM e dall'altro perchè
l'ibridazione e la successiva infezione controllata con i patogeni sono fasi
essenziali del miglioramento genetico per la resistenza alle fitopatie".
L'assessore Zanotelli ha spiegato che l'inaugurazione della serra ha un
significato profondo anche per il futuro dell'agricoltura trentina. "Al
centro - ha evidenziato l'assessore- ci sono il miglioramento genetico, la
lotta alle specie aliene e le fitopatie: temi sui quali stiamo lavorando a
fianco del mondo agricolo e della Fondazione e che riguarderanno anche la
prossima programmazione, includendo anche modifiche normative che andremo a
discutere in sede di assestamento di bilancio. Cercheremo di lavorare tutti
insieme per elaborare una strategia futura e dare risposte concrete alle nostre
aziende e ai nostri agricoltori".
Informazioni tecniche della nuova serra
La nuova struttura occupa una volumetria di ca. 3.400 metri cubi su un
sedime di ca. 1.000 metri quadrati (26x39 m) e si presenta con due corpi
principali di superficie rispettivamente di 510 e 260 metri quadri, separati
centralmente da una parte comune coperta adibita ad ombraio di 240 mq.
La parte di struttura collocata ad est denominata serra 5, è suddivisa in tre
settori destinati ad attività di ricerca quali il miglioramento genetico del
melo del Centro Ricerca e Innovazione, la selezione clonale, l’ambientamento
delle colture in vitro, la nematologia (analisi dei suoli), la moltiplicazione
dei portinnesti di melo tolleranti agli scopazzi del Centro Trasferimento
Tecnologico e la didattica per le attività della scuola, in particolare
dell'orto florovivaismo.
La parte ovest denominata serra 4 è destinata al progetto “lotta biologica alle
specie aliene (attualmente cimice asiatica e Drosophila suzukii) comprende i
settori per l’attività di entomologia e studio degli agenti delle malattie e
conservazione delle piante in quarantena, ed i locali tecnici per gli impianti.
La serra coniuga al proprio interno diverse soluzioni impiantistiche per la
climatizzazione, illuminazione ed irrigazione delle colture conservate. In
particolare, la serra è dotata di sistemi di ventilazione motorizzati per ogni
settore, costituite da aperture di ampia superficie, sportelli laterali a
“ghigliottina” e sportelli in copertura con apertura verso l’alto per
permettere un’efficace ventilazione ed evacuazione del calore. L’impianto di
climatizzazione invernale è costituito da un sistema radiante a pavimento a
“bassa temperatura”, e da un impianto radiante aereo ad “alta temperatura”, ad
alta efficienza energetica, combinati con schermi motorizzati interni ed esterni
per il controllo della radiazione solare e la coibentazione interna dell’intera
superficie della serra. È presente, inoltre, un impianto di irrigazione e
fertirrigazione centralizzato, per soddisfare il fabbisogno irriguo di ogni
settore della serra, dotato di controllo computerizzato per la programmazione
ed il dosaggio di precisione di fertilizzanti e soluzioni acide o basiche
dell’irrigazione, in funzione delle colture presenti in serra.
La serra inoltre è dotata di impianto di raffrescamento centralizzato
funzionante con l’impiego di raffrescatori adiabatici ed impianto di
illuminazione artificiale con sorgenti per orticoltura a led di ultima
generazione in grado di modulare l’energia emessa ed impostare fotoperiodo,
assimilazione solare e periodi di illuminazione per ciascun settore, in maniera
automatica. Per l’esecuzione di infezioni controllate, studi epidemiologici,
sperimentazione di patologia/patogenicità, sono inoltre presenti due cellette
in vetro con impianto di condizionamento ed umidificazione, mentre una medesima
celletta è presente per l’ambientamento di piante in vitro provenienti da
colture di laboratorio.
La gestione ed il controllo della serra è interamente automatizzata, inoltre la
struttura del PLC ed il programma software sono stati personalizzati ed
ottimizzati in funzione delle caratteristiche e l’utilizzo della struttura, il
tutto finalizzato alla massima flessibilità di utilizzo ed al contenimento dei
consumi energetici.
L’Ufficio Tecnico e Patrimonio della FEM ha predisposto il progetto ed eseguito
la direzione dei lavori.