San Valentino,
martire di Terni morto nel 273, patrono degli innamorati, lega il proprio
originale patronato a feste più antiche. Istituita da papa Gelasio nel 496, si collegava
ai Lupercali, antica festività romana legata al ciclo morte-rinascita, ma
anche alla sovversione delle regole e dell"ordine, festa del caos originario e
del mondo rovesciato, della purificazione, segnato da cortei mascherati tipici
del Carnevale. Dato che questa festa selvaggia comprendeva riti
amorosi di fertilità in vista della primavera, la Chiesa intese fornire un
patrono dell"amore più pacato e ordinato, affidando questo amore meno selvaggio
e più orientato al carattere cristiano, al patronato di Valentino. La leggenda
racconta che il santo aiutò ragazze da marito prive di dote, in modo da farle
sposare senza svendere la propria virtù. Valentino avrebbe poi sposato una
ragazza cristiana e un legionario pagano, contravvenendo alla legge in nome
dell"amore.
Da qui ecco il santo patrono degli innamorati vivo ancora ai nostri
tempi. Fatto sta che di "Valentini" e "Valentine" si parla già a partire dal XV
secolo, fino all"Amleto di Shakespeare, nei vaneggiamenti della
sventurata Ofelia. A metà
Ottocento iniziò la produzione industriale dei biglietti di San Valentino,
seguiti a ruota da mazzi di fiori e scatole di cioccolatini. Nelle valli di Non e Sole, il patronato a San Valentino
si trova in tre comunità : a Cagnò, citata all"inizio del Quattrocento, e
in condominio a Bolentina e Montes. In particolare, la solitaria chiesa
alpina solandra, posta a circa 1200 m di altezza, esistente a metà Trecento e
rifabbricata a metà Cinquecento, rappresenta un luogo di grande suggestione,
tale da favorire, ad esempio, proprio i matrimoni. A Malé abbiamo la cappella cimiteriale dedicata
al santo, esistente già nel 1497.
Interessanti opere d"arte raffiguranti il
santo, realizzate nel corso del Cinquecento, si trovano nella chiesa di San
Lorenzo di Sarnonico e in quella di Santa Maria Maddalena a Cusiano. Solitamente Valentino è raffigurato in abiti vescovili,
con la palma del martirio e talvolta con ai piedi un fanciullo malato, forse un
epilettico, a simbolo delle sue doti di guaritore e taumaturgo. Naturalmente, sul santo non mancano alcuni proverbi: Da San Valentin se smorza "l lumin. Da San Valentino
la luce della candela non deve restare accesa a lungo perché le giornate si
sono allungate. Da San Valentin mez al pan, mez al vin, mez al fen ent al
chiaurìl (fienile). Il proverbio ci ricorda che a San Valentino
l"inverno è ancora lungo e che quindi, in un"economia di sussistenza, le scorte
di pane, vino e fieno non devono essere state consumate oltre la metà .
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San Valentino
Storia, arte, tradizione e curiosità intorno al patrono degli innamorati
