Una lettera
pervenuta in redazione racconta uno spiacevole episodio avvenuto sulla
Trento-Malé: protagonisti una docente che da Monclassico si reca a Trento, una bicicletta e un capotreno. Ecco il testo, firmato, inviato alla nostra redazione.
"Buongiorno, sono un"insegnante che da anni abita in Val di Sole. Volevo raccontarvi la mia piccola disavventura capitata oggi con il personale della Trentino Trasporti spa.
Lavoro a Trento e visto che la mia auto è incidentata a seguito di un tamponamento subito, stamane ho deciso di prendere il treno che da Monclassico alle 6:12 mi porta a Trento.
Abito fuori dal paese e per raggiungere la stazione, complice le giornate calde, decido di scendere dal maso nel bosco dove abito, in bici.
Alla fermata del treno entro dall"entrata dalla quale si era affacciato il capotreno, chiedo conferma per la bici, se potevo salire e se dovevo pagare un supplemento. Mi risponde che potevo e che era necessario solo il biglietto personale. Assicuro la bici negli appositi spazi e mi godo il mio viaggio.
Dopo le mie 5 ore di lavoro a scuola, salgo
sulla mia bici per dirigermi velocemente in stazione e tornare a casa da Trento
verso la Val di Sole.
Cerco la carrozza con il simbolo della bicicletta e
aspetto paziente l"apertura delle porte. Ma, sorpresa, con mio grande stupore il
capotreno in servizio con aria a dir poco maleducata mi comunica che non posso
salire. Gli spiego in maniera gentile che alle 6:12 nessuno mi aveva fatto
osservare l"impossibilità di far salire a bordo la bici. Con estrema pazienza
gli dico che per me è importante riuscire ad essere a casa quanto prima (visto
che ho un minore a scuola che nessuno può andare a prendere al posto mio!), ma
nulla da fare. Rivolgendosi come se mi conoscesse mi
"invita" ad arrangiarmi, che non era un problema suo, che lo spazio sul trenino
in questo periodo è solo per gli sci perché non ci sono i ganci per le bici
(non è vero visto che stamane l"ho assicurata agli appositi spazi presenti sui
treni), di lasciare la mia bici (da 1.400€!) a Trento "tanto domani c"è il G7 è
pieno di polizia". Ero sconvolta sia per la maleducazione dimostrata
da tutte queste parole, buttate lì con l"arroganza di chi non si mette mai nei
panni degli altri, "non è un problema mio" ha affermato serafico.
Sconvolta e
arrabbiata per l"incomprensione davanti al mio reale problema di non poter
rimanere a Trento e di non sapere come fare a rientrare a casa. Fortunatamente c"era ad assistere al triste
teatrino un altro capotreno che mi ha detto che si assumeva la responsabilità
di farmi salire sul treno successivo senza problemi. Così dopo 43 minuti d"attesa ho potuto
prendere il treno che mi ha portata a casa, ma con l"amaro in bocca, con il
pensiero che una lavoratrice conta meno di un turista, che un"utente del
servizio pubblico sia invitata ad arrangiarsi davanti all"ottusità di chi pensa
sia più importante prendere alla lettera una regola anche se assurda piuttosto
che trovare una soluzione. Che dire, non penso che prenderò ancora il
trenino con la bici peccato per le emissioni che produrrò non appena potrò di
nuovo guidare la mia macchina! In ogni caso: evviva la mobilità green
quando è realmente garantita!"
