Cronaca Val di Sole

Domande serie di un cristiano oggi

Dal rifiuto della religione alla ricerca di Dio: riflessioni su fede, giustizia, solidarietà e il vero significato del Giubileo

Domande serie di un cristiano oggi

“Sono sempre stato ateo. Non mi ha mai interessato la religione. La pensavo roba per bigotti e per ignoranti, persone lontane da una visione scientifica. Nemmeno qualcuno della mia famiglia frequentava la chiesa o la parrocchia. Secondo loro raccontavano storie niente affatto credibili.

Non ne ero del tutto convinto e qualche anno fa ho trovato Cristo. Il sacerdote che conoscevo e stimavo, mi ha aiutato a leggere la Bibbia in modo da non considerare tutto quello che c’è scritto come Parola di Dio.  «La parola di Dio cercala, mi diceva, e ricordati che ogni uomo è una pagina del Vangelo scritta oggi».” È quanto mi ha raccontato una persona in ricerca di se stesso e di Dio. Una persona invidiabile. Poi ha aggiunto di trovarsi a disagio nell’andare in chiesa, ma gli era stato detto che è obbligatorio per un cristiano. Quindi, si può concludere: chi non va in chiesa non è cristiano. È impossibile rispondere semplicemente con un sì o con un no.

E pongo qualche domanda. È cristiano chi va in chiesa o chi difende Israele che compie un genocidio a Gaza? È cristiano chi sventola rosari e si accanisce contro immigrati e qualche centro sociale, o chi pur non andando in chiesa cerca di capire senza farsi dominare da ideologie di destra o di sinistra? È cristiano chi sostiene una spesa impensabile per le la difesa (che a me sembra per preparare la guerra) o chi chiede di spendere di più per la salute, per i pensionati, per la cultura…? Cristiano è chi vuole una migliore umanità, che Gesù chiama pace, solidarietà, accoglienza, perdono, Regno di Dio.

E vorrei dire che non importa come lo faccia. È bene ricordare che Satana, secondo autorevoli biblisti, rappresenta tutte le forze del caos e della violenza che sembrano sbranare l’uomo. Il messaggio di Gesù è il far nascere una nuova umanità, che sappia riconoscere che Dio non abbandona la fatica di chi si vuol migliorare. Quest’anno celebriamo il giubileo.

Onestamente non so dire se serva a qualcosa. E nemmeno sono certo che sia stato vissuto in antico. Le leggi principali che dovevano essere osservate in questa occasione avevano lo scopo di rimediare all’indebitamento cronico di gran parte della popolazione. Doveva essere restituita la proprietà a chi la possedeva prima di essere stato costretto a “donarla” per far fronte al suo indebitamento, ogni debito doveva essere rimesso, gli schiavi dovevano essere liberati. Oggi il giubileo si riduce a pellegrinaggi e celebrazioni. Chi vi partecipa può essere mosso da un sincero sentimento di conversione, ma può anche bearsi per aver partecipato a qualche funzione sacra. Proprio perché celebriamo un evento straordinario, nel senso che invita a gesti straordinari, chiedo con il teologo Louis Ska: chi tra i credenti cerca di sollevare da una penosa situazione chi è nel bisogno? Come tradurre nel mondo d’oggi il diritto della natura e della terra a poter riposare e ricrearsi? (Tradotto: come dare spazio a un’ecologia che non sfrutti in modo esasperato natura e terra?) Il condono dei debiti (ad esempio ai Paesi del mondo impoverito), la difesa del prestito a interesse, la liberazione degli schiavi (e ve ne sono anche oggi), il ritorno della terra al proprietario originario ci interpellano: come interpretare e tradurre queste misure nella vita concreta di una comunità cristiana e di una società contemporanea? Quali sono i debiti da condonare? Quali sono le terre da restituire? Quali sono gli schiavi da liberare? Vi sono forme di schiavitù da abolire? Se poi guardiamo alla predicazione di Gesù dovremmo chiederci: come creare oggi delle comunità cristiane dove nessuno sia nel bisogno? (Atti 4) Come creare nuove forme di solidarietà in un mondo ormai diventato internazionale? Quali sono le forme di vita che proclameranno che Gesù è resuscitato e vivente nel nostro mondo e che il suo messaggio non appartiene a un lontano passato? Essere cristiani nel nostro tempo è anche e forse soprattutto porsi domande serie su Dio e sull’umanità per potervi rispondere concretamente.

Come scrisse don Tonino Bello: «Amate i vostri giorni, aiutate gli altri a vivere. E quando succede qualche discussione, non risolvetela con la mano chiusa a pugno, ma sempre con la mano nella mano dell’altro».