VERMIGLIO. Presto andrà a dare ulteriore prestigio alla sede municipale di Vermiglio, dove verrà esposto: si tratta di un blocco di pietra dal grandissimo valore storico, che rappresenta la prima attestazione di un nome di località abitata in Val di Sole, prima dell'attestazione del nome "Tonale" del 774.
Della sua esistenza, riferisce Alberto Delpero, si era a conoscenza da circa un ventennio. Si tratta di un blocco di scisto di origine locale lavorato come capitello di una colonna, forse parte di una bifora di età romanica, adattato come materiale di riuso all’interno di uno storico edificio di Vermiglio, la storica “cà dei Pàoi” nel rione di Somacort, nella frazione di Fraviano.
Un blocco di recupero corredato da una straordinaria iscrizione scolpita nella pietra a grandi lettere capitali quadrate, con inserimento di caratteri corsivi.
Si tratta di lettere di buona fattura, stilisticamente ascrivibili a un tempo compreso tra la tarda antichità e l’altomedioevo, probabilmente al V-VI secolo.
Si leggono le parole “DRVSA FRAVIA(N)A, ovvero il nome (forse il praenomen, forse il gentilizio) e il cognome di una donna di alto lignaggio, in quella che potrebbe essere stata una epigrafe dedicatoria o forse funebre.
Le lettere presentano eleganti apicature, mentre l’allineamento non è preciso; in particolare, la lettera A presenta una traversa spezzata, tipica della bassa latinità, collocabile tra la tarda età imperiale e il VI secolo.
Si tratta di una particolarità che richiama la nota lapide funebre dell’amministratore e intendente Dias, originario di Antiochia e morto a Trento nel V secolo, ora posta nella cripta della cattedrale di San Vigilio di Trento. Si può ipotizzare per questa epigrafe un’origine locale, da collocare tra la metà del V secolo e la metà del VI.
In essa echeggia evidente il nome dell’insediamento di Fraviano, uno degli storici centri abitati che compongono il comune di Vermiglio.
Si tratta di un collegamento straordinario, si potrebbe dire la “prova in pietra” di quanto già la storiografia da tempo ipotizzava per l’alta Val di Sole, oggetto nei secoli romano imperiali di una forte colonizzazione di tipo militare, come era consueto in aree di confine e quindi talvolta turbolente. La lottizzazione del territorio ai fini del suo presidio e del suo sviluppo economico legato all’agricoltura e all’allevamento era spesso affidato a militari in congedo, che si insediavano impiantando i nuclei intorno ai quali, nei secoli, sorsero i centri abitati che si sarebbero sviluppati nel corso del medioevo.
I nomi degli abitati della Val di Sole spesso sono legati a nomi “prediali” romani, ovvero legati al “praedium”, la proprietà fondiaria, il podere, che prende il proprio nome dal suo “fondatore” e che poi è passato all’insediamento sviluppatosi in collegamento a esso.
Entrano in questa serie Fraviano (Flavius/Faberius), Pizzano (Pitius), Ossana (Volsius), Cusiano (Cusius), Pellizzano (Pellitius), Ognano (Aunus), Mezzana (Mettius), fino a Croviana (Corvius), Cassana (Cassius), Bozzana (Botius).
Nel territorio di Vermiglio altri nomi locali appartengono questo tipo, come Saviana e Verniana.
I nomi prediali romani sono assai frequenti in Val di Sole e in particolare nella parte più alta, più esposta data la sua posizione di confine e per questo più soggetta a una colonizzazione di tipo militare.
Ancora, suggestivo è il riferimento a un nome femminile quale Drusa (con il siginficato di “forte, resistente”), che richiama immediatamente un celebre esponente della dinastia giulio-claudia, protagonista delle guerre contro i popoli alpini al tempo del suo patrigno Augusto, intorno al 15 a.C. Un nome importante, entrato nella cultura che mescola elementi locali a quelli romani, attestato nelle province di frontiera, come nella Rezia e nel Norico, fino al V secolo, nella forma femminile.
Il cognomen Flavia/Fraviana poi è legato all’omonima dinastia della seconda metà del I secolo dopo Cristo e che venne ripreso in forma autocelebrativa da Costantino e dai suoi successori, allo scopo di suggerire un unico legame dinastico. Nel V secolo erano ancora in linea legioni che portavano il nome di Flavia, creando forse un interessante legame con l’epigrafe vermigliana.

