TRENTO. Le Associazioni ambientaliste ENPA del Trentino Sezione di Rovereto, Io non ho paura del lupo APS, Legambiente sezione di Trento, LIPU Sezione di Trento, WWF Trentino - Alto Adige/Südtirol ODV, lanciano un forte allarme sugli emendamenti presentati dalla maggioranza alla legge di bilancio della Provincia autonoma di Trento.
“Emendamenti che – si legge in un comunicato - nulla hanno a che vedere con i conti pubblici, ma che vengono usati come un cavallo di Troia per smantellare, pezzo dopo pezzo, le tutele ambientali del nostro territorio. Nel silenzio delle commissioni e lontano dal dibattito pubblico, la maggioranza tenta di riscrivere regole fondamentali sulla gestione della fauna, dei boschi e dell’accesso al territorio, seguendo una logica ideologica e propagandistica”.
Una posizione che viene precisata per punti: il primo riguarda le strade forestali per le quali si dichiara un “via libera al caos: gli emendamenti puntano a consentire un transito sempre più libero e indiscriminato, trasformando infrastrutture nate per la gestione forestale in scorciatoie motorizzate. Il risultato? Maggiore rischio per escursionisti e turisti, aumento del disturbo alla fauna, degrado ambientale e perdita del valore naturalistico dei boschi trentini. Una visione miope che sacrifica la sicurezza e il paesaggio sull’altare di pochi interessi di parte”; richiami vivi e uccellagione, per cui si parla di “un pericoloso passo indietro: l’emendamento in questione autorizza il trasporto e l’utilizzo dei “richiami vivi” ben oltre il periodo di caccia all’avifauna, consentendone l’uso anche al di fuori della stagione venatoria e persino nei giorni di silenzio venatorio, il martedì e il venerdì.
Di fatto, diventa possibile portare “a spasso” i richiami tutto l’anno, con la giustificazione di “allenarli al canto” o “fargli prendere aria”. I richiami vivi sono piccoli uccelli selvatici come cardellini, fringuelli e tordi, detenuti per tutta la vita in gabbie minuscole, costretti a cantare artificialmente per attirare i propri simili, per poi abbatterli. Una pratica anacronistica, crudele e incompatibile con qualsiasi idea moderna di benessere animale. Questa norma potrebbe rappresentare un incentivo mascherato all’uccellagione, pratica che ricordiamo essere un reato penale, e apre la strada a gravi difficoltà nei controlli, rendendo di fatto impossibile distinguere tra attività lecite e illecite”.
Infine “l’aumento degli orsi da abbattere: tra gli emendamenti più gravi – si legge ancora - spicca l’aumento della quota di orsi abbattibili ogni anno: una scelta priva di basi tecniche, che ignora deliberatamente le indicazioni di Ispra, l’organo scientifico di riferimento nazionale, e che non trova alcuna giustificazione sul piano gestionale. Una decisione ancora più incomprensibile se si considera che, proprio in questi mesi, la Provincia sta conducendo un nuovo monitoraggio della popolazione di orso bruno, i cui risultati dovrebbero semmai orientare qualsiasi valutazione futura. È importante ribadire che gli interventi per la tutela della pubblica sicurezza sono sempre esistiti e continueranno a esistere, a prescindere da queste quote e dai numeri evocati nel dibattito politico, come già previsto dall’attuale quadro normativo.
Non siamo quindi di fronte a una misura necessaria per garantire la sicurezza dei cittadini, ma a un messaggio politico: continuare a usare l’orso come bersaglio simbolico per raccogliere consenso, alimentando paura e conflitto, invece di investire seriamente in prevenzione, informazione e convivenza”.
Il giudizio complessivo indica come “questi emendamenti non migliorano la gestione del territorio, non aumentano la sicurezza e non risolvono i problemi reali. Servono solo a lanciare messaggi identitari, a strizzare l’occhio a una parte dell’elettorato, usando la natura come merce di scambio. Il Trentino ha costruito negli anni un’immagine fondata su qualità ambientale, tutela del paesaggio, turismo sostenibile e rispetto della biodiversità. Distruggere tutto questo con emendamenti improvvisati e ideologici è un danno che pagheremo tutti. Chiediamo con forza alla maggioranza di fermarsi. Di respingere questi emendamenti, di riportare il confronto su basi scientifiche e trasparenti, e di smettere di usare la legge di bilancio come strumento per smantellare le tutele ambientali. Difendere l’ambiente del Trentino non è un lusso, né un capriccio ideologico: è una responsabilità verso i cittadini di oggi e le generazioni future”.

