Stavo celebrando la messa domenicale. Il giorno precedente il Mediterraneo aveva accolto i corpi innocenti e martoriati di decine di persone, di non pochi bambini. Stavano attraversando il mare su barconi fatiscenti e nessuno s’era accorto di niente. Le ONG non erano nei paraggi. E poi sono comandate da sovversivi, da pericolosi individui che vogliono salvare la vita a chi cerca di arrivare in uno stato nel quale non ha diritto di starci. Così ci raccontano. Allora ho pregato: Signore insegnaci a pensare, perché ci hai sempre insegnato che salvare una vita vale più di tutte le leggi.
Si, prima di pregare è necessario pensare! Il rischio che altrimenti si corre è di farfugliare parole che neanche Dio capisce. Non è ad esempio possibile pregare perché Dio guarisca chi sta soffrendo. Non è possibile, perché non lo farà mai. Ci ha forniti di intelligenza: non dovremmo preparare medici (e retribuirli in modo onorevole) in modo che sappiano intervenire? Non dovremmo avere ospedali eccellenti, magari prima dei ponti che attraversano il mare? Non dovremmo avere altre strutture in grado di dar luogo a una sanità accettabile e necessaria? Quanto fumo negli occhi anche su questa emergenza! E c’è chi prega: donaci la pace.
Una pace che non si sa come deve nascere.
Naturalmente, ci dicono, difendendoci. Quindi se il nemico non ce l’hai devi crearlo. Poi sono necessarie molte armi sempre più potenti, perché è evidente che la pace si prepara facendo paura. Se l’altro però non ha timori si comincerà a sparare. Importante è ancora una volta non pensare ma lasciarsi travolgere dalla propaganda. Il pensiero libera, la propaganda sottomette.
A Natale in ogni chiesa si è pregato che la luce di una nuova nascita - quella di Gesù - scacci e vinca le tenebre. Ancora ho pregato: Signore aiutami a pensare, a capire contro quali tenebre devo lottare. Insegnami a capire che le tenebre hanno nomi, volti, responsabilità. Le tenebre non sono qualcosa di astratto. Lo ha detto chiaramente, fra gli altri, papa Leone: le tenebre, quelle che negano Dio, sono «un’economia distorta (che) induce a trattare gli uomini come merce».
In altre parole a me vien da pensare che il buio oggi non nasce col sorgere e tramontare del sole, il buio vero nasce da scelte politiche, nasce là dove donne e uomini vivono come condannati a morte.
E allora, aiutaci Signore a pensare. Per accogliere la luce della tua Parola, che crea coscienze forti, che non hanno paura e comunità che non sanno rassegnarsi. Nel Vangelo del giorno di Natale Giovanni non nega l’esistenza delle tenebre. Dice invece che non hanno vinto. E i cristiani almeno un cerino lo sanno accendere? La mia preghiera vuole unire fede e pensiero, per non credere a illusioni, a un Dio che non esiste o se ne sta tranquillo nel cielo, che non dona nessuna conoscenza, perché è troppo lontano, troppo alto nei cieli. Se Dio non aiuta a pensare non può essere luce; è illusione, ma più probabilmente superstizione. Signore, aiutami a pensare per riuscire a credere in Te!

